I QR code sono ormai la norma nel settore della ristorazione, usati per la consultazione del menù digitale e talvolta per inviare le comande senza l’intervento del cameriere. Presto inizieremo a vederli ancor più spesso, poiché nei prossimi anni è in programma il passaggio dal tradizionale codice a barre al codice QR.
Consumatori e commercianti sono abituati alla scansione del tradizionale barcode, operazione effettuata a ogni acquisto per facilitare la rilevazione del prodotto da parte del registratore di cassa e del software gestionale.
I codici a barre vengono utilizzati nel settore del commercio da circa 50 anni, tuttavia il costante progresso in campo tecnologico ha portato alla decisione di sostituirli con i più moderni e utili codici bidimensionali. Una scelta proveniente dalla GS1, organizzazione che gestisce gli standard globali rendendo il loro uso disponibile in tutto il mondo.
Scopriamo le ragioni dietro l’imminente passaggio, come si svolgerà e quali saranno le implicazioni per gli esercenti.
Differenze tra codice a barre e QR code
Prima di tutto, vediamo quali sono le differenze tra i due tipi di codice.
I codici a barre 1D (lineari) presentano strisce verticali di spessore variabile; l’insieme delle barre equivale a una serie di cifre numeriche.
Ogni codice:
- Corrisponde a un Global Trade Item Number (GTIN) che identifica un prodotto specifico
- È universale e può essere scansionato in diversi paesi
- Per essere letto richiede uno scanner di codici 1D
I QR code o 2D (bidimensionali) sono codici formati dalla forma quadrata, collegati a dati oppure a pagine web.
- Tra i diversi tipi di codici bidimensionali è il Quick Response (QR) a collegarsi alle schede prodotto.
- Vengono letti con uno scanner 2D o con la fotocamera dello smartphone.
- I produttori possono aggiornare le informazioni sul prodotto in qualunque momento.
Dunque, i codici a barre lineari possono essere scansionati solo dagli esercenti e contengono una piccola quantità di informazioni invariabili. Per contro, i codici bidimensionali possono essere letti sia dai commercianti che dai consumatori, contengono molte più informazioni e linkano a una pagina web che può essere aggiornata in tempo reale.
Perché il barcode sarà sostituito?
Cambiare il modo in cui i rivenditori gestiscono i prodotti non è cosa da poco, e i motivi per cui i codici QR sostituiranno quelli lineari sono molteplici.
Innanzitutto, le nuove norme dell’Unione Europea (UE) sugli imballaggi richiedono specifiche informazioni sull’etichettatura, e solo un codice 2D può fornirle. Italia e Francia si sono adeguate già nel gennaio 2023, imponendo alle aziende di riportare sulle confezioni dei prodotti informazioni sulla sostenibilità e sui metodi di riciclo del materiale utilizzato.
Questo è solo l’inizio. Dal mese di dicembre 2023, l’Unione Europea imporrà anche ai produttori di vino di includere allergeni, ingredienti e dati nutrizionali sulle etichette di tutti i vini venduti in UE. Anche gli Stati Uniti lavorano a una soluzione simile.
Un ulteriore vantaggio dei codici QR è la possibilità di liberare spazio sulle etichette. Una volta terminato il passaggio ai QR code, i produttori non saranno più obbligati a stampare determinate informazioni poiché basterà il suddetto codice a contenerle tutte. Di conseguenza si avrà modo di ridurre le dimensioni del packaging, rendendo ancor più sostenibile la produzione: meno materiali, meno sprechi sia dal punto di vista economico sia da quello ambientale.
D’altro canto, obbliga i consumatori a ricorrere al telefono – nello specifico a uno smartphone – per leggere l’etichetta. In ogni caso l’Unione Europea richiede tuttora ai produttori di riportare determinate informazioni sull’imballaggio, mentre altre possono essere aggiunte attraverso i codici QR.
In generale, commercianti e aziende traggono vantaggio dalla flessibilità delle pagine web collegate ai codici: possono aggiungere promozioni e concorsi, riportare informazioni sempre aggiornate, linkare alle pagine social del brand. Al contrario, l’etichetta con barcode non può essere modificata quando cambiano dettagli di contatto o informazioni relative alle regole di riciclo dei materiali.
È GS1-US a guidare la transizione con un’iniziativa chiamata Sunrise 2027, dove 2027 indica l’anno previsto per l’implementazione definitiva dei codici bidimensionali
L’organizzazione afferma che «come minimo, i sistemi di ricerca dei prezzi devono essere in grado di usare il Global Trade Item Number (GTIN) contenuto nei codici bidimensionali entro tale data». Continua dicendo che la transizione è un processo composto da diversi step con molteplici attori a prenderne parte: marchi, produttori, rivenditori, sviluppatori di software gestionali e magazzini.
Quali conseguenze per gli esercenti?
Da un punto di vista pratico, cosa implica la transizione per i commercianti che quotidianamente devono leggere decine e decine di codici?
Ancora per qualche anno si può stare tranquilli, non sono necessarie corse per adeguare i propri scanner. Attualmente si continua ad utilizzare il codice a barre tradizionale identificare i prodotti, mentre i QR code presenti sugli imballaggi contengono informazioni generiche, accessibili a chiunque tramite la fotocamera del telefono.
Se nel frattempo abbiamo bisogno di sostituire o acquistare nuovi scanner di codici a barre, è consigliato optare per una soluzione in grado di leggere entrambi i tipi di codice, lineare e bidimensionale. Del resto il 2027 non è poi così lontano, ma fortunatamente abbiamo ancora un po’ di tempo per prepararci a questa piccola rivoluzione nel mondo della grande distribuzione e del commercio.
La GS1 continua a lavorare per raggiungere l’obiettivo nel giro di pochi anni. Affinché la transizione possa realmente verificarsi è necessario che tutti i software gestionali e i registratori di cassa siano in grado di implementare nei loro sistemi i nuovi codici a barre 2D. Solo a quel punto anche gli esercenti saranno chiamati ad aggiornare gli scanner all’interno della propria attività.
Una volta implementato nel sistema del commercio, i consumatori potranno accedere a tutte le informazioni relative al prodotto scansionando il codice QR con la fotocamera del telefono.
I produttori avranno inoltre la possibilità (e opportunità) di aggiungere notizie su sconti e promozioni, richiami del prodotto e altro ancora.
Infine i rivenditori, per i quali non cambierà nulla dal punto di vista pratico: come avviene oggi, eseguiranno la scansione passando il prodotto sull’apposito piano o utilizzando la pistola-scanner per aggiungere automaticamente l’articolo al conto. Prima, però, dovrà assicurarsi di adeguare i suddetti scanner.