Tutti hanno più o meno un’idea del significato di conto in rosso, parlando di un conto corrente bancario.

In questo articolo proviamo a spiegare cos’è uno scoperto di conto corrente, come funziona e quali costi vengono applicati.

Come funziona lo scoperto del conto aziendale?

Lo scoperto si verifica quando il conto corrente ha un saldo negativo risultante dalla somma degli addebiti superiore rispetto alla somma degli accrediti.

In questo caso si parla di saldo a debito o, nel linguaggio comune, scoperto o conto in rosso.

Quando ciò avviene, vuol dire che la banca ha anticipato le somme eccedenti il saldo del conto.

Con scoperto autorizzato si designa:

Lo scoperto autorizzato presenta le seguenti caratteristiche:

  • autorizzazione al saldo negativo, la cui somma è negoziata in anticipo
  • si protrae per diversi mesi
  • entrate prevedibili

Lo scoperto autorizzato può dunque verificarsi in presenza di un fido bancario, cioè di un finanziamento che diventa effettivo solo nel momento in cui il saldo sul conto corrente è insufficiente a coprire le spese previste o ordinarie.

In caso di superamento del fido, si parla invece di sconfinamento.

È tuttavia possibile – ma non sempre – andare in rosso anche in assenza di un contratto specifico che autorizzi lo scoperto, mentre in altri casi (ad esempio con i conti di pagamento o le carte prepagate) si verifica il blocco automatico degli addebiti eccedenti il saldo.

Nel caso di imprese e professionisti, le condizioni sullo scoperto del conto corrente dovrebbero essere determinanti nella scelta dell’istituto, poiché condizionano la capacità di coprire spese ordinarie ma impreviste in un dato momento.

Quanto costa?

Lo scoperto autorizzato, che prevede la concessione di un fido bancario, è soggetto a molteplici voci di spesa, tra cui tasso debitore e commissioni. L’insieme delle spese appena menzionate forma il Tasso Effettivo Globale (TEG) mentre, a seconda del tipo di credito, vengono applicati diversi tassi di usura.

In assenza di autorizzazione allo scoperto o di un fido, le spese complessive saranno più elevate in quanto la banca si assume maggiori rischi finanziari.

Interesse Tasso indicativo
Scoperto autorizzato 10-14 %
Scoperto non autorizzato 16 %
Interesse Tasso indicativo
Scoperto autorizzato 10-14 %
Scoperto non autorizzato 16 %

I tassi sopraindicati sono indicativi, in quanto possono variare non solo da una banca all’altra ma anche a seconda del caso specifico.

Oltre al tasso debitore, anche la durata dello scoperto è da negoziare con la propria filiale bancaria. Il tasso minimo è il tasso base bancario, variabile a seconda dell’istituto (all’incirca 6-7%), al quale si aggiunge una percentuale che può arrivare a raddoppiare quello base.

Spesa indicativa
Commissione di messa a disposizione dei fondi (CDF) 0,5 %
Commissione di istruttoria veloce (CIV) 100 €
Spesa indicativa
Commissione di messa a disposizione dei fondi (CDF) 0,5 %
Commissione di istruttoria veloce (CIV) 100 €

La Commissione di messa a disposizione dei fondi (CDF) non dipende dall’uso effettivo del fido, bensì dalla sola disponibilità dello stesso. Per legge, la sua misura non può superare lo 0,5%.

La Commissione di istruttoria veloce (CIV) viene applicata in caso di sconfinamento delle somme massime concesse in caso di scoperto autorizzato, è indicata in misura fissa ma può variare a seconda di scaglioni di credito. Ci sono alcuni casi in cui non può essere addebitata, ad esempio quando lo sconfinamento si verifica a causa di un pagamento dovuto alla stessa banca, oppure quando a fine giornata il saldo del conto non è negativo.

Queste due commissioni sostituiscono la vecchia Commissione di massimo scoperto (CMS), oggi illegittima.

Non tutti gli istituti autorizzano lo scoperto

Abbiamo visto che lo scoperto bancario non è altro che la concessione di credito. È importante ribadire questo concetto perché oggi non tutti gli istituti che offrono conti business sono banche, e di conseguenza non tutti i conti aziendali consentono di andare in rosso.

Chi autorizza gli scoperti di conto corrente?

Gli enti autorizzati alla concessione di credito, e dunque a permettere scoperti, sono gli istituti di credito. Si tratta nello specifico di istituti provvisti di licenza bancaria. In altre parole, le banche.

Gli istituti in questione possono assumere la forma di:

  • Banca tradizionale (Intesa Sanpaolo, Unicredit, BNL, ecc.)
  • Banca online (Widiba, CheBanca, WeBank)

Le cosiddette banche online sono generalmente gestite da grandi gruppi finanziari. Ad esempio, CheBanca fa parte del gruppo Mediobanca, WeBank del gruppo Banco BPM.

Chi non offre lo scoperto?

Alcune banche native digitali, come Revolut e N26, pur avendone la possibilità preferiscono non concedere crediti al fine di ridurre rischi e costi.

Altre istituti digitali, invece, non sono in grado di concedere crediti e scoperti in quanto semplici istituti di pagamento (es. Qonto, Soldo). Questo tipo di ente non dispone infatti di licenza bancaria e non può fornire servizi che prevedono rischi finanziari. In questo caso si dovrà ricorrere ad istituti di terze parti specializzati in prestiti e crediti.

Tipo di scoperti concessi dalle banche aziendali
Tipo di istituto Scoperto autorizzato Linea di credito
Banca tradizionale
Banca online
No
Banca nativa digitale No No
Tipo di scoperti concessi dalle banche aziendali
Tipo di
istituto
Scoperto
autorizzato
Linea di
credito
Banca tradizionale
Banca online
No
Banca nativa digitale No No

La tabella riassume il quadro generale, che tuttavia presenta qualche eccezione. Ad esempio, la nativa digitale Illimity si è introdotta nel mercato bancario con una proposta completa, offrendo scoperti e linee di credito.

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Come richiedere lo scoperto autorizzato?

Lo scoperto potrebbe essere già previsto dalle condizioni contrattuali del conto aziendale; in caso contrario si dovrà procedere con una richiesta.

L’importo massimo della linea di credito dipende in genere dalla storia creditizia della società oppure dalla longevità del rapporto con la banca, attraverso la quale l’istituto sarà in grado di valutare l’affidabilità del cliente.

Nel contratto saranno esplicitamente riportati importo massimo del fido, durata, modalità e tempi di rimborso. Per valutare affidabilità e ammontare della linea di credito saranno richiesti al cliente documenti contabili ed eventuale documentazione aggiuntiva.

L’istituto bancario può liberamente scegliere, in seguito a tali verifiche e valutazioni, se concedere o meno lo scoperto di conto corrente.

La banca può recedere dal contratto rispettando l’obbligo di preavviso, i cui termini vengono fissati dallo stesso contratto. In mancanza, l’istituto potrà sospendere il contratto dopo 15 giorni dalla consegna del preavviso, che dovrà pervenire al cliente con posta raccomandata o posta elettronica raccomandata (PEC).