In Italia non è raro imbattersi in esercizi commerciali che consentono di pagare con carta solo al di sopra di un importo minimo.

Piccoli negozi, bar, pasticcerie e pizzerie sono solo alcune delle attività che impongono regole simili. Ma è una buona idea?

Cosa dicono i regolamenti?

Prima di tutto, facciamo chiarezza sull’aspetto di fondamentale importanza: è permesso fissare un importo minimo per i pagamenti con carta?

Ogni circuito – es. American ExpressDiners Club, ecc. – ha le sue regole. Gli esercenti sono vincolati ai regolamenti dei singoli circuiti accettati nella propria attività.

Con Visa e Mastercard, richiedere un minimo di spesa va contro le regole. Nel regolamento ufficiale (pag. 109) si legge:

“Un Esercente non può stabilire un importo minimo o massimo per una transazione come condizione per accettare una carta Visa o Visa Electron.”

Lo stesso vale per Mastercard, che nel suo regolamento afferma:

“Per accettare una carta Mastercard o Maestro, valida e correttamente presentata, un esercente non può imporre un limite minimo o massimo di spesa.”

Qualsiasi azienda di lettori di carte di credito che accetta questi circuiti deve applicare questa regola. Per fare un esempio, nei Termini e condizioni di pagamento di iZettle si legge:

La prestazione del Servizio è regolata, oltre che dalla legge applicabile, anche dalle regole, disposizioni e linee guida predisposte dalle Banche Affilianti nonché dalle regole, disposizioni e linee guida emesse dai circuiti di carte di pagamento che possono essere di volta in volta accettati per pagamenti attraverso il Servizio.

Se iZettle o qualsiasi altro servizio di pagamento con carta dovesse scoprire che stai imponendo dei limiti sulle transazioni potrebbero chiudere o sospendere il tuo account.

Perché gli esercenti fissano un importo minimo e perché farlo non è una buona idea

Lasciando da parte le violazioni, perché alcuni commercianti impongono una soglia minima per le transazioni con carta?

La ragione principale è la commissione che pagano su ogni transazione. La logica è questa: più basso è l’importo della transazione, più alta sarà, in proporzione, la commissione pagata.

In realtà, questo vale solo se si paga una commissione fissa sulle singole transazioni (ad esempio, 20 cent a transazione). Se si paga una percentuale, indipendentemente dall’importo della transazione, non vi sarà alcuna riduzione del profitto: il rapporto tra commissione e ricavo sarà il medesimo.

La modalità con cui paghi la commissione dipende dal tuo acquirer, cioè dalla società che gestisce l’elaborazione dei pagamenti. Oggi è più comune pagare una percentuale fissa su ogni pagamento con carta, in modo che, indipendentemente da quanto sia basso l’importo dovuto dal cliente, il profitto finale non cambierà.

La commissione è quasi sempre determinata dal volume di vendite mensile o annuale e dal tipo di carta, non dal numero di transazioni o dall’importo di esse.

Nella maggior parte dei casi, la commissione è determinata dal volume di vendite mensile o annuale e dal tipo di carta – non dal numero di transazioni o dall’importo delle singole transazioni.

Un altro motivo per cui molti commercianti impongono un importo minimo sulle transazioni è la velocizzazione delle file. Nei negozi più affollati, dove le file sono più lunghe, i commercianti preferiscono evitare pagamenti tramite carte chip e PIN.

Se gli importi pagati sono bassi, è importante che la fila scorra velocemente per assicurare dei profitti significativi. Ora che il contactless ha guadagnato popolarità, però, il problema  non si pone, in quanto quest’ultimo rappresenta in molti casi il metodo di pagamento più veloce.

L’impatto sulla clientela

Qual è l’impatto di questa scelta sulle decisioni dei clienti? Per dirla senza mezzi termini, stabilire un importo minimo potrebbe portare ad una perdita di vendite.

In alcuni casi, i clienti si sentono obbligati ad acquistare altro per raggiungere l’importo minimo, ma il più delle volte non possono permettersi più di quanto acquistato, o semplicemente non vogliono comprare cose di cui non hanno bisogno. Anche i clienti ben intenzionati, che escono dal negozio per ritirare il denaro e per pagare in contanti, non sempre tornano indietro per concludere l’acquisto.

I pagamenti contactless acquistano sempre più popolarità. Nei bar sono molto frequenti le transazioni di importo basso.

Per le piccole attività l’esperienza del cliente è molto importante. Chiedere di pagare il conto con un metodo diverso da quello desiderato è una mossa rischiosa. Le persone portano con sé sempre meno contanti, quindi è possibile che sempre più clienti decidano di non acquistare i prodotti se viene richiesto un importo minimo.

Cosa fare?

Seguire le regole è sempre una scelta saggia per evitare sanzioni o blocchi degli account. Controlla sempre tutte le condizioni e i contratti per conoscere i tuoi obblighi. Anche le aziende che forniscono lettori di carte senza contratti vincolanti hanno termini e condizioni da rispettare, che si aggiungono ovviamente a quelli dei circuiti accettati (Visa, Mastercard, Amex, ecc.)

Se hai un contratto con commissioni alte per le transazioni di importo basso, dovrai purtroppo accettare la situazione fino alla fine del contratto.

Gli esercenti che accettano Visa e Mastercard dovranno inoltre avere un terminale contactless entro il 2020. Questo renderà le file più veloci e i clienti più inclini ad utilizzare le carte per pagamenti di piccoli importi.