Ivo Dimitrov è cofondatore e CPO di Finom, fintech fondata nel 2019 e lanciata in Italia nello stesso anno, con l’obiettivo di aiutare lavoratori autonomi e PMI a organizzare, accelerare e migliorare le loro finanze.

Intervistiamo Ivo per capire dove si colloca Finom nell’ecosistema delle banche e delle piattaforme gestionali disponibili in Italia, e per scoprire qualcosa di più della sua visione del presente e del futuro di un’industria in costante evoluzione.

In cosa è diversa Finom? L’offerta Finom comprende un conto business multivaluta con un’infinità di strumenti di gestione delle spese, fatturazione elettronica, conciliazione delle ricevute, automatizzazioni e altro ancora. La particolare attenzione all’usabilità si nota nei dettagli curati della sua interfaccia personalizzabile. Sono riusciti a fare in modo che l’abbondanza di funzionalità non si traduca in un pannello di controllo sovraccarico, in modo che tutto sembra essere alla portata di un clic.

Si tratta, inoltre, di un conto aziendale e professionale economico, con piani che vanno da 5 a 100 euro al mese, anche se le condizioni diventano più convenienti con i piani avanzati (più operazioni incluse, commissioni più basse).

È chiaro che il focus di Finom è posto, al momento, sul servizio per professionisti e PMI, una nicchia nella quale si sta dimostrando all’altezza della concorrenza, offrendo una soluzione completa capace di competere con quella dei conti aziendali più affermati in Italia e in Europa, come Revolut Business.

Per sapere di più, dai un’occhiata alla Recensione Finom.

Una banca digitale per PMI e professionisti

Definire Finom come un conto business può risultare riduttivo, in quanto si tratta in realtà di un servizio ibrido, un tentativo di integrare le funzioni di una piattaforma di gestione contabile, di spese e del personale nell’ecosistema tipico di un conto aziendale, evitando però di appesantire l’interfaccia e dunque l’usabilità.

Molte volte, per capire meglio le idee che sorreggono un conto business è necessario conoscere gli utenti che lo usano. Secondo Ivo «La proporzione tra professionisti e imprese è 50/50». Iniziamo chiedendo al CPO dell’azienda qual è l’obiettivo di Finom per il futuro:

«L’obiettivo di Finom è creare la migliore banca nativa digitale destinata in modo specifico a PMI e lavoratori autonomi, e che non si limiti ad adottare funzionalità già accessibili ai consumatori».

Mobile vs web: le abitudini d’uso degli utenti Finom

Le finanze sono passate dalla carta allo schermo del computer e, sempre più spesso, a quello del cellulare. Oggi è possibile inviare un bonifico in pochi secondi, gestire un pagamento, controllare il saldo bancario e persino emettere una fattura elettronica – tutto con pochi clic sullo schermo.

«È importante menzionare che il 99% dei nostri utenti attivi ha installato l’applicazione mobile.».

La predominanza del telefono è chiara e, lungi dall’essere una sorpresa, conferma la norma delle attuali tendenze in campo tecnologico.

«In vari paesi europei osserviamo che una maggioranza significativa preferisce la nostra piattaforma mobile. Ciò dimostra come vi sia una preferenza verso decisioni finanziarie rapide, sul posto, così come la comodità di gestire le finanze in qualsiasi momento e ovunque».

Detto ciò, Ivo evidenzia un dettaglio estremamente interessante, cioè che l’uso che gli utenti fanno di Finom cambia a seconda che utilizzino l’account da app o da piattaforma web:

«Mentre il cellulare emerge come strumento preferito per le operazioni bancarie in movimento, la nostra piattaforma web continua a essere uno strumento vitale per l’analisi finanziaria approfondita e per le sessioni di pianificazione. Alcuni dei nostri utenti provenienti da paesi come Italia e Francia ricorrono ancora agli strumenti completi nonché alle risorse grafiche della nostra piattaforma web. È sorprendente osservare la diversità nel digital banking. Mentre sul cellulare si compiono attività brevi e frequenti, perfette per controlli e pagamento, sulla piattaforma web si osservano sessioni più lunghe e pianificate che puntano a una gestione dettagliata».

In altre parole, la immediatezza delle applicazioni per dispositivi mobile ha facilitato una serie di operazioni quotidiane, tuttavia la maggior parte degli utenti tende tuttora alla comodità dello schermo del computer per le attività più impegnative. Ivo riassume così:

«Il rapporto tra utenti mobile e web, soprattutto in paesi come la Germania, riflette un panorama digitale più ampio. Mentre il telefono è l’opzione preferita per la rapidità, la piattaforma web è invece centrale nelle operazioni di analisi e pianificazione».

L’interfaccia come strumento per colmare il divario digitale

Non è un segreto che l’Italia sia uno dei paesi – insieme a Spagna e Germania – dove l’uso del contante abbia ancora oggi un peso significativo sul sistema economico. La ragione è di tipo socioculturale: in Italia meno della metà della popolazione dichiara di avere competenze tecnologiche di base.

Il divario digitale non è però insormontabile, e aziende come Finom possono guardare l’uso intensivo di contante come un problema o al contrario come un’opportunità: la tendenza alla digitalizzazione avanza inarrestabile, anche più lenta in alcuni paesi.

«Educhiamo i nostri clienti sui benefici della banca digitale, come una maggiore sicurezza, il tracciamento delle transazioni in tempo reale e gli strumenti per il budgeting. Abbiamo capito che, fornendo risorse e supporto, possiamo aiutare gli utenti nella transizione verso la banca digitale, riconoscendo al contempo l’importanza del denaro contante nella vita quotidiana»

Più del 22% della popolazione italiana supera i 65 anni di età. In questo contesto, una delle più grandi sfide è creare prodotti che tengano conto della facilità d’uso non solo come valore aggiunto bensì come requisito necessario:

« Abbiamo assicurato che la nostra applicazione è progettata per essere facile da usare e accessibile a tutti, anche a coloro che hanno scarsa o nessuna familiarità con la banca digitale».

Nonostante l’ampia gamma di strumenti che Finom mette a disposizione degli utenti, c’è ancora molta strada da fare e resta da vedere se la sfida di intergrare ulteriori funzioni senza compromettere la sua caratteristica principale, cioè la facilità d’uso.

Il futuro dell’industria fintech

L’industria fintech, come altre industrie tecnologiche, è in continua evoluzione, spinta dai costanti sviluppi nella tecnologia dell’automazione, analisi dei dati, machine learning e intelligenza artificiale. Cogliamo l’occasione per chiedere a Ivo, che nell’industria fintech lavora da anni, qual è la sua prospettiva per il futuro:

«Sfruttando l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico prevediamo conti aziendali di volta in volta più automatizzati. Si pensi all’analisi predittiva che aiuta piccole e medie imprese a conoscere il flusso di cassa con mesi anticipo, a ottenere consigli automatizzati di investimento adattati specificamente alla salute e agli obiettivi finanziari dell’azienda, o ancora  a un co-pilota che aiuti con consigli basati sui dati dell’attività».

Ascoltando Ivo è facile immaginare un futuro, sicuramente più vicino di quanto ci aspettiamo, nel quale i conti business includano chatbot dotati di IA in grado di offrire consulenza personalizzata e in tempo reale, a professionisti e imprese. Ma il futuro non si limita all’integrazione dell’intelligenza artificiale:

«Dato che le imprese utilizzano molte applicazioni e piattaforme nel quotidiano, sarà cruciale integrare alla perfezione i conti aziendali con altri strumenti, siano essi sistemi di CRM, di gestione inventario o di commercio online.  Ad esempio, quando abbiamo lanciato la fatturazione elettronica per PMI e lavoratori autonomi in Italia, abbiamo registrato un aumento della domanda, dunque siamo giunti alla conclsuione che questo tipo di integrazione aiuta l’utente. Solo così possiamo garantire un flusso di informazioni finanziarie in tempo reale in tutte le operazioni commerciali».

Un ultimo sguardo al futuro dell’industria fintech che Ivo ci ha concesso riguarda un concetto relativamente nuovo: la finanza decentralizzata o DeFi (dalla sua sigla in lingua inglese), un tipo di finanza in cui le operazioni vengono concluse direttamente dalle parti coinvolte, senza intermediari, attraverso la tecnologia della blockchain (la stessa utilizzata per le transazioni in criptovaluta).

«Sebbene ancora agli inizi, il potenziale della DeFi nel trasformare il modo in cui le imprese interagiscono con le proprie finanze è enorme. Offrire servizi come prestiti tra utenti o interessi attraverso fondi di liquidità può rappresentare un punto di svolta per le PMI».