Si può rifiutare un pagamento con carta in un esercizio commerciale?

Trattasi di un argomento molto dibattuto negli anni addietro, al quale si è però trovata una risposta chiara e incontestabile.

Dopo svariate modifiche apportate da diversi governi in carica si è finalmente raggiunto un equilibrio in materia di pagamenti elettronici.

Di seguito spieghiamo brevemente quali sono le disposizioni di legge su obbligo, rifiuto e importo minimo.

Posso rifiutare un pagamento POS?

In passato era possibile rifiutare pagamenti con carta al di sotto di un determinato importo (prima 30 euro, poi 5 euro).

Il quadro normativo è oggi cambiato:

No, non si può rifiutare un pagamento con carta.

La legge vieta a commercianti, professionisti e imprese di rifiutare l’incasso tramite POS.

Tale disposizione è rivolta a qualsiasi tipo di attività commerciale o professionale. Anche medici, avvocati, psicologi, idraulici e artigiani sono dunque tenuti ad accettare il pagamento con carta su richiesta del cliente.

Naturalmente i professionisti avranno la possibilità di smarcarsi dal terminale proponendo altre modalità tracciabili (es. bonifico, assegno).

Cosa succede in caso di rifiuto?

Si rischia una sanzione.

In caso di segnalazione sarà comminata una multa pari a 30 € + 4 % dell’importo rifiutato.

Tale sanzione viene applicata alle singole transazioni, dunque potrà ripetersi per ogni segnalazione ricevuta.

Leggi di più nell’articolo POS obbligatorio 2024

Eccezioni: quando si può rifiutare la carta

Ogni regola ha la sua eccezione, in questo caso motivata da impossibilità oggettiva.

Ciò significa che è concesso negare la transazione elettronica se a imperdirlo è un guasto di natura tecnica o una caratteristica del terminale.

Riassumiamo nella seguente immagine le eccezioni previste dalla normativa in essere, poi aggiungiamo qualche chiarimento:

Ci sono alcuni casi eccezionali che permettono di rifiutare il pagamento con carta

Tutti e tre le eccezioni previste sono di natura puramente tecnica.

Se va via la connessione o il sistema di elaborazione è guasto, l’esercente non potrà ritenersi responsabile del rifiuto. Parliamo – è bene ribadirlo – di elementi oggettivi e comprovabili.

Diverso è il caso del circuito non abilitato. Se il POS non è abilitato alla ricezione di pagamenti da un determinato circuito per ovvi motivi il commerciante non potrà accettare la carta.

Anche l’importo può essere oggetto di eccezione, ma sempre per motivi di impossibilità oggettiva. Quasi tutti i terminali permettono di elaborare transazioni con importo minimo di 1,00 €, di conseguenza non sarà possibile accettare importi inferiori.

Sigarette e pagamenti elettronici

Ancor più dibattuto dell’importo minimo è l’acquisto con carta di sigarette e così via.

Se vi state chiedendo «Posso pagare le sigarette con carta?», la risposta è semplice: sì.

In passato i tabaccai potevano in effetti rifiutare il pagamento con carta su determinati beni. Oggi (e ormai da più di un anno) la legge di cui sopra riguarda anche i beni del monopolio di Stato.

Sigarette, sigari, tabacco ma anche francobolli, marche da bollo e gratta e vinci possono essere pagati con carta.

È inoltre vietata l’applicazione di sovrapprezzi.

Agevolazioni sulle commissioni POS

Se da un lato lo Stato impone a imprenditori e lavoratori autonomi l’obbligo di accettare transazioni elettroniche, dall’altro consente loro di scaricare parte della spesa.

Parliamo del cosiddetto Bonus POS.

Il “bonus” consiste in un credito di imposta del 30% sulle spese sostenute per il terminale di pagamento.

È destinato ad aziende e autonomi con fatturato inferiore a 400.000 euro.

Tale credito può essere utilizzato in compensazione. Sarà sufficiente trasmettere al proprio commercialista le fatture del servizio POS, in modo che questi possa inserire il credito in fase di dichiarazione.

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Spese detraibili con pagamento elettronico

Alcune spese sono detraibili solo se effettuate con metodi di pagamento tracciabili. Tra queste le spese sanitarie (fatta eccezione per farmaci, visite ed esami medici presso strutture accreditate con il SSN) nonché le spese di iscrizione ad associazioni sportive dilettantistiche e per attività culturali.

Solo pagando con carta o altro metodo elettronico si potrà beneficiare delle agevolazioni IRPEF al 19%.

Cosa può fare il consumatore se un medico, una clinica o un’associazione sportiva rifiuta il pagamento con carta?

La soluzione c’è e si chiama bonifico. Se un medico o una scuola calcio afferma di non avere il POS, il consumatore può chiedere l’emissione della fattura al fine di saldare tramite bonifico bancario.

Nella fattura – che dà diritto alle detrazioni IRPEF, ove previste – saranno indicati gli estremi del pagamento e il termine entro il quale effettuare l’operazione. In caso di rifiuto, il consumatore può a sua volta rifiutare di pagare in contanti ed eventualmente segnalare la violazione alle autorità.