I pagamenti con carta entrano a gamba tesa nelle abitudini degli italiani, non solo come strumento pratico e igienico ma anche come unico metodo per ottenere le detrazioni IRPEF 2020.
Quali spese richiedono il pagamento elettronico per le agevolazioni fiscali?
Nel presente articolo riassumiamo sinteticamente le spese detraibili al 19% dalle imposte e i metodi di pagamento che rispondono ai requisiti della Legge di Bilancio 2020.
Quali sono le spese detraibili al 19% per l’anno fiscale 2020?
Nel Modello 730 o Unico Persone Fisiche è possibile reclamare alcuni “sconti” sulle imposte IRPEF. Tale agevolazione è prevista per le categorie di spesa che ogni anno vengono esplicitamente menzionate nella cosiddetta legge di stabilità o legge di bilancio.
Si possono detrarre al 19% dall’IRPEF le seguenti spese o erogazioni liberali:
La lista completa delle spese detraibili è riportata nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) aggiornato al 2020; le stesse informazioni si ottengono rivolgendosi ad un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) oppure al consulente di fiducia.
Quali spese richiedono pagamenti tracciabili?
Tra le spese elencate nella precedente sezione dell’articolo, solo quelle mediche (ad esclusione di quelle veterinarie) sono esenti dall’obbligo della tracciabilità, nel dettaglio:
Tra le spese detraibili al 19%, solo quelle relative a medicinali, dispositivi medici, visite ed esami medici non richiedono il pagamento tracciabile per la richiesta del rimborso.
Occorre inoltre precisare che esercenti e professionisti sono tenuti a trasmettere per via telematica gli incassi; le transazioni vengono dunque computate in maniera automatica – salvo disservizi – nella dichiarazione precompilata.
Tutte le altre categorie di spesa richiedono obbligatoriamente un pagamento elettronico affinché il contribuente possa beneficiare della riduzione sulle imposte.
In termini pratici, per “scaricare” dalle tasse la spesa dobbiamo pagare con metodi tracciabili (approfondiamo questo tema nel paragrafo successivo) quando – ad esempio – portiamo l’animale domestico dal veterinario, paghiamo l’asilo nido, la scuola calcio o il corso di danza ai figli.
Quali sono i metodi di pagamento tracciabili?
La legge n.160 del 27/12/2019 stabilisce che il pagamento deve essere effettuato «tramite versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento previsti dall’art. 23 del decreto legislativo n. 241 del 9 luglio 1997».
Dall’osservazione del citato decreto legislativo nonché delle successive e recenti interpretazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate si giunge all’identificazione dei seguenti metodi di pagamento come strumenti tracciabili:
Manca ad oggi un chiaro riferimento ai cosiddetti portafogli elettronici (e-wallet), vale a dire alle app che permettono di pagare con lo smartphone senza una carta e senza appoggiarsi – almeno non in via diretta – al conto corrente bancario, ad esempio PayPal, Satispay ma anche istituti di moneta elettronica esteri come Revolut e Bunq.
Questa falla interpretativa non corrisponde ad una esclusione di detti metodi, tuttavia causa incertezza ed un rischio effettivo nel non poter accedere alle detrazioni in caso di una futura, eventuale interpretazione sfavorevole.
Ricapitolando, per andare sul sicuro si raccomanda di utilizzare carte di credito (di qualsiasi circuito e istituto), carte prepagate emesse da istituti italiani, carte di debito emesse da banche italiane (Bancomat). Con questi metodi, l’uso di Apple Pay e Google Pay non compromette il diritto alle detrazioni IRPEF 2020.
Infine, ricordiamo che tra i metodi di pagamento tracciabili rientrano altresì il bonifico bancario, l’assegno bancario e quello circolare – seppur meno comodi delle carte.
Come si richiedono le detrazioni IRPEF?
Si fa presente, innanzitutto, che il requisito del pagamento elettronico va osservato nell’anno corrente per poter beneficiare delle agevolazioni il prossimo anno, in sede di dichiarazione fiscale relativa ai redditi 2020.
Nel modello 730 o Unico Persone Fisiche è presente un quadro destinato «alle spese per le quali spetta la detrazione d’imposta del 19%, 26%, 30% o 35%.» Alcune voci potrebbero richiedere l’inserimento del “codice spesa” oltre che dell’importo.
Trattandosi di una materia delicata, si consiglia di rivolgersi ad un consulente professionista o in alternativa di consultare solo fonti ufficiali (sito dell’Agenzia delle Entrate) per la compilazione dei moduli.
Quando regoliamo una spesa detraibile con carta o altro strumento tracciabile, ricordiamo di conservare una ricevuta digitale o cartacea. Tali ricevute devono essere mantenute per 5 anni dall’avvenuta dichiarazione: il contribuente ha l’onere della prova in caso di accertamenti da parte dell’AdE.
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