Alcuni imprenditori preferiscono pagare subito le fatture passive, nel momento in cui si ricevono oppure nel giro di pochi giorni.

È opportuno, giusto o vantaggioso regolare il conto in modo così tempestivo?

Prima di rispondere a questa domanda, facciamo il punto sulla legge in Italia rispetto ai tempi di pagamento.

Le imprese italiane pagano in ritardo

Secondo i dati resi noti dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre, nel primo trimestre del 2023 le imprese italiane hanno impiegato in media 69 giorni per saldare le fatture passive.

Dato più interessante riguarda la dimensione delle attività ritardatarie: sono infatti le medie e grandi imprese ad allungare i tempi del pagamento, soprattutto ai danni delle piccole aziende fornitrici. Nel 9,5% dei casi si registrano gravi ritardi, superiori a un mese.

Solo il 40,9% ha regolato le fatture entro i termini previsti nel quarto trimestre del 2022, e le più virtuose sembrano essere proprio le attività di piccole dimensioni (che al contempo subiscono i ritardi delle medie e grandi imprese).

A tal proposito, l’Area Studi e Ricerche della Confederazione Nazionale dell’Artigianato (CNA) fa sapere che la quasi totalità (94,3%) delle aziende che non vengono pagate entro i termini stabiliti in fattura vanno incontro a difficoltà finanziarie; una parte di queste si vede costretta a chiedere prestiti bancari per continuare la regolare attività.

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Cosa dice la legge?

L’ordinamento giuridico regola la materia dei pagamenti tra imprese private con il Decreto Legislativo n.231/2002 e successivi aggiornamenti apportati nel 2012 e 2019.

Viene stabilito dalla sopraindicata norma che:

  • in assenza di indicazione, il debitore dovrà pagare entro 30 giorni;
  • il creditore può fissare termini di 60 o 90 giorni, purché esplicitamente indicati.

Se la fattura non riporta termini di pagamento non vuol dire dunque che il debitore possa scegliere liberamente quando regolare il conto, giacché la normativa italiana fissa la scadenza standard a 30 giorni.

Il termine dei 30 giorni è valid0 anche se il destinatario della fattura è un ente della Pubblica Amministrazione (PA), fatta eccezione per gli enti del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), i quali avranno 60 giorni di tempo.

Qualora il debitore non regoli entro i termini previsti, secondo i dettami del sopraindicato decreto legislativo il creditore potrà aggiungere al totale della fattura anche interessi moratori, composti da una maggiorazione dell’8% e dal saggio di interesse stabilito dal Ministero delle Finanze con cadenza annuale.

Gli interessi di mora sono indubbiamente un buon motivo per pagare entro la data di scadenza ma, al di là dei ritardi oltre i termini, è preferibile pagare in anticipo una fattura?

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È opportuno pagare presto?

I ritardi nei pagamenti contribuiscono al rallentamento dell’attività economica delle imprese, con il rischio di una reazione a catena.

Se l’impresa non viene pagata per tempo, a sua volta non potrà pagare i suoi fornitori e via di seguito per ogni azienda che attende invano un accredito sul conto aziendale.

Il mancato pagamento ha un impatto significativo sul flusso di cassa dell’azienda che, se non coperta da altre entrate nello stesso periodo, sarà costretta a sospendere o rallentare l’attività di produzione, o ancora richiedere prestiti alle banche caricandosi di ulteriori costi.

Quando riceviamo una fattura dobbiamo quindi considerare due aspetti, quello economico e quello morale. Alla luce delle conseguenze economiche e produttive che può avere un ritardo, è moralmente giusto attendere l’ultimo giorno per regolare un conto?

A nostro avvisto, l’etica della reciprocitàFai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te») dovrebbe valere anche – e soprattutto, considerate le implicazioni – nei rapporti di lavoro, al di là degli adempimenti contrattuali e normativi.

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Saldare le fatture in anticipo ha i suoi vantaggi

Analizziamo ora l’aspetto business, le conseguenze di un ritardo o, al contrario, di un pagamento anticipato nei rapporti commerciali tra imprese.

Basta chiedersi con quale tipo di azienda noi preferiremmo lavorare. Va da sé che nessuno brama rapporti con cattivi pagatori ma, messi da parte i casi di insolvenza e morosità, vorremmo un partner commerciale che salda subito una fattura o uno che attende l’ultimo giorno per eseguire il bonifico?

La risposta è naturalmente scontata, per noi e per tutte le altre imprese.

Se un fornitore o prestatore di servizi apprezza un certo comportamento, adottiamolo. In questo modo è facile che il fornitore in questione preferisca lavorare con noi anziché con aziende concorrenti che attendono l’ultimo momento per saldare.

Incentivare il pagamento rapido

Regolando i conti in anticipo si conquista la fiducia del fornitore, diventando di fatto un cliente di pregio. Questa posizione “privilegiata” porta in taluni casi all’offerta di condizioni vantaggiose per:

  • spirito di reciprocità (per ricambiare o perché nel frattempo si è creato un rapporto amicale),
  • per non perdere un cliente pregiato (punto di vista più interessato ma egualmente rispettabile).

Potrebbe essere una condizione vantaggiosa, ad esempio, uno sconto di favore su determinati ordini, l’accesso anticipato a un prodotto, una riduzione sull’importo della fattura.

Accordare uno sconto in fattura

Le imprese possono accordare una riduzione (sconto) dell’imponibile al verificarsi di determinate condizioni, ad esempio il pagamento entro certi termini (il giorno dell’emissione, entro 3 giorni e così via).

Trattasi in questo caso di sconto condizionato.

Se la condizione accordata si verifica, il fornitore dovrà emettere una nota di credito per correggere imponibile e imposte della relativa fattura.

È ovviamente possibile optare per lo sconto incondizionato, dunque applicando l’imponibile già scontato in fattura.

Se usiamo il pagamento anticipato come arma per ottenere condizioni favorevoli da fornitori di beni e prestatori di servizi, naturalmente possiamo utilizzarlo anche per accaparrarci nuovi clienti oppure per fidelizzare i clienti di pregio applicando noi stessi uno sconto in fattura.

Conclusioni

Dovremmo pagare subito le fatture passive? Sì, pagare in breve tempo le fatture ricevute è generalmente una buona regola commerciale, dalla quale potrebbero scaturire vantaggi economici e relazionali.

Saldare una fattura prima della data di scadenza non deve essere concepito come un favore ma, al contempo, considerate le cattive abitudini delle imprese italiane e non, la rapidità del pagamento può incentivare l’applicazione di sconti e altre condizioni vantaggiose.

Se aspetto morale e conseguenze economiche di un ritardo non interessano, ragioniamo in modo pragmatico sui benefici che possiamo trarre da un comportamento virtuoso.