La legge italiana prevede alcuni casi particolari in cui è consentito lavorare senza partita IVA.

Pur trattandosi di lavori di natura occasionale, talvolta disporre di un terminale per ricevere pagamenti con carta può essere utile o addirittura indispensabile.

Nel presente articolo scopriamo chi può lavorare da autonomo senza emettere fattura, come ottenere un terminale e, infine, quali sono i migliori POS per privati.

È possibile avere un POS senza partita IVA?

Occorre innanzitutto capire quali professioni non richiedono l’apertura di partita IVA.

I fornitori di servizi POS sono infatti obbligati a verificare la sussistenza delle condizioni previste dalla legge.

In assenza dell’attestato di rilascio della partita IVA – o ancora del numero di iscrizione al Registro delle Imprese – al cliente sarà richiesta documentazione alternativa.

Non è richiesta iscrizione ai registri professionali e d’impresa nei seguenti casi:

  • Prestazioni di lavoro occasionali

  • Esercizio occasionale di bed and breakfast / affittacamere

Per rientrare nella categoria del lavoratore autonomo occasionale sono necessarie due condizioni:

  • il soggetto offre al committente una prestazione professionale senza vincolo di subordinazione;
  • il soggetto percepisce nell’anno fiscale compensi entro il limite stabilito dalla legge.

Il limite generale è fissato a 5.000 euro, mentre per alcuni specifici soggetti (disoccupati, pensionati, studenti fino a 25 anni) può arrivare a 6.666 euro.

Leggi di più nel nostro articolo Cos’è il lavoro autonomo occasionale

Condizioni simili si applicano ai cosiddetti bed & breakfast (B&B) e affittacamere occasionali.

Anche in questo caso prevale l’elemento della saltuarietà della prestazione. In poche parole, l’attività di bed and breakfast deve essere considerata nella sua accezione originale e non in senso imprenditoriale.

In tali casi i lavoratori si servono della ricevuta per prestazione occasionale o per esercizio d’impresa occasionale.

Essendo una materia delicata e in costante sviluppo, si raccomanda di consultare un professionista per non incorrere in eventuali controversie con il fisco.

POS per privati: quale scegliere?

Considerate le caratteristiche del lavoro autonomo occasionale, quando si sceglie un POS per privati è imporante guardare a due aspetti fondamentali:

  • Procedura per la richiesta
  • Costi fissi

Alcuni operatori (soprattutto quelli bancari) storcono il naso davanti alle richieste dei privati, in quanto clienti poco redditizi, dunque complicano la fase della sottoscrizione o ancora applicano requisiti che rendono di fatto l’offerta inaccessibile.

Del resto gli istituti bancari propongono condizioni economiche poco favorevoli ai privati che elaborano poche transazioni, dunque rivolgersi ad una banca non sarebbe una scelta saggia.

Dove puntare allora? Trattandosi di guadagni occasionali e limitati (come si è visto, la legge fissa il limite generale a 5.000 euro all’anno), è evidente che la preferenza debba cadere su una soluzione senza canone, cioè senza costi fissi.

Di seguito scopriamo quali sono le migliori alternative per privati senza partita IVA:

SumUp

È un marchio affidabile al quale spesso ricorrono anche piccoli negozi e professionisti.

Perché piace SumUp?

  • Registrazione rapida
  • Assenza di canone

Per ottenere un terminale basta registrarsi sul sito SumUp e compilare un modulo con i dati anagrafici, indirizzo e-mail, numero di telefono e poche altre informazioni.

Effettuata la registrazione si può subito procedere all’acquisto del lettore di carte. Il dispositivo più economico è il modello Air, costa 39 € e si usa attraverso un’app installata sul proprio smartphone grazie al collegamento Bluetooth.

Foto: Emmanuel Charpentier, Mobile Transaction

Sono disponibile anche altri modelli che non richiedono il collegamento ad uno smartphone, in quanto muniti di SIM integrata con traffico incluso. Si tratta dei modelli Solo (79 €) e 3G (129 €), quest’ultimo con stampante per ricevute cartacee.

Tolta la spesa iniziale per l’acquisto terminale, ci sarà la sola commissione sulle transazioni. In altre parole, si paga solo quando si usa.

La commissione è pari all’1,95% dell’importo ricevuto.

Esempio pratico: se in un anno riceviamo pagamenti per 1.000 euro con il POS SumUp, la spesa complessiva ammonta a 19,50 euro (l’1,95% di 1.000).

Raggiungendo il limite annuo di ricavi consentito per legge – cioè 5.000 euro – la spesa in commissioni resterebbe al di sotto di 100 euro.

SumUp è interessante anche per i suoi servizi a valore aggiunto, inclusi per tutti gli utenti – ancora una volta – senza costi fissi: Negozio Online, Link di Pagamento, Gift Card, Terminale Virtuale per ricevere pagamenti a distanza.

Leggi di più nella nostra Recensione SumUp

Axerve

Axerve è un altro affidabile marchio nel settore dei pagamenti elettronici, e rivolge la sua offerta POS anche ai lavoratori occasionali.

Il punto di forza del suo piano senza canone è la commissione sul transato, inferiore a quella del concorrente SumUp. È tuttavia previsto l’acquisto di uno smartPOS al prezzo di 100 €.

Se si ha la possibilità di spendere un po’ in più per comprare il POS, Axerve è indubbiamente una soluzione da considerare.

Foto: Mobile Transaction

La ricevuta cartacea viene stampata automaticamente al termine della transazione

Nessun costo fisso e 1,4% sugli importi elaborati dal terminale.

Esempio pratico: su 1.000 euro di transato la spesa complessiva ammonta 14 euro (1,4% di 1.000); su 5.000 euro le commissioni corrispondono ad una spesa di 70 euro.

Registrazione e richiesta si svolgono rapidamente sul sito Axerve.

Il dispositivo da acquistare è il Pax A910, un terminale “intelligente” che permette di estendere le sue funzioni attraverso l’installazione di app (ma non è questa la caratteristica che interessa agli autonomi occasionali).

L’altro vantaggio di questo dispositivo è la facilità d’uso. Si tratta infatti di un POS Android, il cui funzionamento è pressoché identico a quello di un comune smartphone o tablet Android.

Per approfondire consulta la Recensione Axerve senza canone

myPOS

myPOS è un’altra alternativa da valutare, ma questa volta con più attenzione. Come le altre soluzioni non comporta costi fissi, bensì la sola tariffa sul transato.

Il suo terminale più economico è il modello Go, disponibile al prezzo di 39 €.

A differenza dei dispositivi che si trovano in questa fascia di prezzo (ad esempio il SumUp Air), myPOS Go non è un lettore di carte per smartphone ma un vero e proprio POS portatile.

Integra una SIM dati multioperatore che permette di elaborare transazioni senza il supporto dello smartphone, ma è allo stesso tempo compatto e comodo da trasportare.

Foto: myPOS

POS portatile modello Go

Anche la commissione è conveniente: 1,20% + 0,05€ sulle carte nazionali ed europee.

Perché, dunque, bisogna valutare quest’offerta con attenzione?

Oltre tariffa sul transato, viene addebitato un ulteriore costo variabile: la commissione di 3 € sul trasferimento degli incassi verso il proprio conto bancario o prepagata con IBAN. Gli incassi finiscono infatti sul conto myPOS e non sul conto corrente bancario.

Nota bene: i fondi presenti sul conto myPOS possono essere prelevati agli sportelli automatici di qualsiasi banca utilizzando la carta inclusa. La stessa carta può essere utilizzata anche per pagare in negozio o online.

Il trasferimento degli incassi dunque non è indispensabile, e ciò può in effetti costituire un vantaggio per i lavoratori senza partita IVA che non hanno un proprio conto corrente.

Scopri i dettagli dell’offerta nella Recensione myPOS Go

Nexi POS mobile

Nexi è il più grande operatore italiano nel settore dei pagamenti digitali, specializzato soprattutto nei servizi per imprese.

Con il suo POS mobile tenta di avvicinarsi ai nuovi modelli tariffari dei concorrenti menzionati prima.

Anche in questo caso di acquista il terminale (29 €) e non si paga canone mensile. Tutto dipende dal volume di transazioni elaborato.

Come per SumUp Air, si tratta di un lettore di carte che si collega via Bluetooth ad uno smartphone iOS o Android, senza il quale non può funzionare.

Foto: Nexi

La commissione è pari all’1,89% dell’importo incassato, dunque lievemente inferiore a quella di SumUp.

Il problema di questo prodotto non è tanto la tariffa quanto la sua efficienza. Gli utenti segnalano spesso disservizi dell’applicazione Mobile POS Nexi, necessaria per ricevere i pagamenti con il lettore di carte.

Tra difficoltà nell’associare il dispositivo al proprio smartphone, problemi di connessione al server e talvolta di login, gli utenti del servizio sembrano non essere pienamente soddisfatti.

Del resto, come si è detto, l’attenzione di Nexi è rivolta soprattutto alle imprese che elaborano un volume medio-alto di pagamenti elettronici: i privati non sono il suo target preferito.

Ti interessa? Dai un’occhiata alla Recensione POS mobile Nexi