Aumentare le vendite grazie alle app per la consegna a domicilio di cibo è una prospettiva allettante per un ristoratore che gestisce una piccola pizzeria o ristorante, un bar o un pub, un food truck.
Piattaforme come JustEat, Glovo e Deliveroo svolgono in effetti un ruolo sempre più essenziale nella vita di molte persone, che preferiscono ormai farsi recapitare comodamente a casa una pizza o un hamburger anziché recarsi nel locale e attendere in coda.
Nonostante ciò, le app di delivery non presentano solo vantaggi: commissioni elevate e vincoli contrattuali richiedono un’attenta valutazione prima di introdurre questi servizi all’interno della propria attività.
Vale la pena, dal punto di vista dell’esercente, servirsi delle note applicazioni di food delivery? Per avere un quadro più chiaro, iniziamo da qualche dato.
L’impatto delle app di delivery nell’alimentare online
La consegna a domicilio di cibi pronti ha registrato, lo scorso anno, 1,8 miliardi € di valore, corrispondenti al 44% del mercato alimentare online.
Le applicazioni dedicate al food delivery servono ormai buona parte del territorio italiano: il 71% secondo i dati The European House Ambrosetti.
Solo il 3% ha ordinato cibi pronti utilizzando siti e pagine appartenenti al ristorante, mentre il 97% ha preferito esplorare l’offerta delle molteplici attività disponibili sulle note piattaforme.
In altre parole, a meno che non si abbiano già clienti fidelizzati, difficile crescere nella vendita a distanza se non sottoponendosi ai costi e alle regole di tali servizi via app.
Cosa ordinano gli italiani?
Aprendo l’applicazione o le applicazioni che coprono la nostra area si ha in effetti l’imbarazzo della scelta. Oltre le tradizionali pizzerie troviamo ristoranti di cucina locale e internazionale, bar e pasticcerie.
A tal proposito, pur confermandosi sul podio, la pizza non è certamente l’unico cibo richiesto per la consegna: nella categoria del salato troviamo toast (33%) e altri prodotti da forno (24%); la categoria del dolce è dominato da torte e cornetti (48%), seguiti da gelati e torte gelato (41%).
Soffermandoci sul salato, la pizza è seguita invece da hamburger, sushi e giapponese, cucina cinese e poke, a dimostrazione che praticamente qualsiasi offerta nel settore Food and Drink può sbarcare il lunario affidando la gestione degli ordini e della consegna a domicilio alle famose app.
Le app più usate in Italia
Diverse piattaforme sono riuscite a introdursi nel mercato italiano del delivery, con risultati molto diversi.
Se è vero che la quasi totalità degli italiani si serve di queste app, è altrettanto vero che non c’è posto per tutti. Lo ha capito Uber Eats, un big del settore a livello globale che nel 2023 ha deciso di lasciare il nostro paese: la sua quota di mercato non ha mai superato il 6%.
Forte delle campagne pubblicitarie lanciate in tempi non sospetti, JustEat è stata per diversi anni l’applicazione più utilizzata, incalzata però negli ultimi anni da Deliveroo e in misura più lieve da Glovo.
Lì dove non arrivano le big internazionali, ci pensa Alfonsino. La piattaforma ha lancianto il suo servizio in Campania iniziando a coprire i piccoli comuni non raggiunti dalla concorrenza; nel tempo ha esteso la rete di fattorini in altre regioni del sud (Calabria, Puglia). Oggi è presente – seppur non in modo capillare – nelle Marche, nel Lazio, in Toscana e in Abruzzo.
Come funziona?
Conoscere il funzionamento e le modalità operative di queste piattaforme è indispensabile per valutarne vantaggi e svantaggi.
In primo luogo, sappiate che ordine e pagamento vengono effettuati dal cliente sull’app di delivery, non sul sito web o altri sistemi appartenenti al ristoratore.
Il commerciante può tenere sotto controllo gli ordini direttamente nell’applicazione, attraverso un tablet o uno smartphone. In alternativa, può implementare il servizio di delivery all’interno del proprio gestionale di cassa, sempre che vi sia compatibilità tra le due soluzioni.
La consegna è gestita dal ristoratore o dalla stessa piattaforma.
Ricevuto un ordine, l’esercente dovrà confermare e provvedere alla preparazione dei cibi per l’orario previsto. Naturalmente ha la facoltà di rifiutare l’ordine del cliente.
Per quanto riguarda la consegna, a seconda dell’app utilizzata si dovrà:
- attendere il fattorino (rider) mandato dalla stessa piattaforma;
- mandare un proprio fattorino.
Nel primo caso, il ristorante non dovrà preoccuparsi della consegna. È la stessa app a conferire l’incarico a un suo fattorino, che giungerà puntualmente nel locale per ritirare l’ordine (o gli ordini).
Nel secondo caso, invece, l’applicazione fornisce semplicemente un sistema di prenotazione e pagamento online, mentre la consegna sarà organizzata in autonomia dallo stesso commerciante.
Glovo e Deliveroo hanno una propria rete di fattorini, mentre JustEat si occupa solo degli ordini e dei pagamenti.
Pro: un modo per dare una spinta alle vendite
Per le micro-imprese del settore alimentare ci sono diversi vantaggi nell’adozione di questi sistemi di delivery.
Più clienti, crescita degli ordini
Nell’immediatezza, le attività che utilizzano le piattaforme riscontrano una crescita di ordini a distanza. L’esercente viene infatti inserito in una sorta di catalogo digitale messo a disposizione di un’utenza di gran lunga più estesa rispetto a quella abituale.
Chi non abita in prossimità del locale vedrà comunque la vostra offerta di prodotti entro il raggio di consegna previsto dall’app (in presenza di una rete di rider) o dallo stesso esercente nel caso di consegna gestita in autonomia.
Vi è inoltre la possibilità di aumentare la fidelizzazione dei clienti già esistenti, poiché si fornisce una soluzione decisamente più comoda e pratica per usufruire di un servizio in precedenza più macchinoso (si pensi alla telefonata per ordinare, al pagamento con banconote e monete, ecc.)
Si potrà approfittare dei momenti più redditizi per gli ordini con consegna a domicilio, vale a dire durante il fine settimana o in occasione di un’importante evento sportivo trasmesso in tv. Sono proprio queste, secondo statistiche, le circostanze in cui si registra il maggior numero di richieste.
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Strumenti efficaci di marketing
Mentre le grandi catene hanno prontamente digitalizzato la loro offerta grazie a ingenti risorse, i piccoli imprenditori dispongono di mezzi modesti che non permettono loro di sfruttare al meglio il web. Con le applicazioni di delivery, però, ad un costo sostenibile è possibile creare un menù digitale con immagini professionali e sistemi di pagamento automatizzati.
App come Glovo, JustEat e Deliveroo forniscono poi strumenti efficaci per la raccolta di dati sulle loro abitudini di spesa.
Grazie alle statistiche relative alla propria attività, l’imprenditore può capire cosa funziona meglio e cosa invece richiede modifiche. Imparando a sfruttare i dati forniti dalle app si può dunque ottimizzare la redditività del business.
Da non sottovalutare l’assist offerto dagli algoritmi che, attraverso la conoscenza delle abitudini di spesa, favoriscono la strategia del cross-selling con suggerimenti correlati ai cibi aggiunti nel carrello virtuali (es. bibite, vini, antipasti e così via).
Crescita della popolarità
Le piattaforme di food delivery sono un ottimo metodo per farsi conoscere, soprattutto in occasione di nuova apertura. Per altri consigli si può consultare il nostro articolo Come promuovere online un’attività.
Fornendo un servizio di qualità (buon cibo, cura del packaging per il trasporto, puntualità) si riceveranno commenti positivi che contribuiscono, attraverso l’algoritmo, a scalare il posizionamento nella ricerca e dunque a ottenere maggiore visibilità nella piattaforma.
Contro: la redditività del servizio è bassa
Abbiamo visto fin qui gli aspetti positivi (che certamente non mancano) delle app di delivery, passiamo ora alle note negative. Siamo sicuri di generare maggiori profitti nonostante la crescita delle vendite?
Costi elevati
Sono tanti gli esercenti che dopo aver utilizzato le piattaforme hanno deciso infine di abbandonarle. Questa decisione non deriva dalla carenza di ordini, bensì dalla scarsa redditività generata dal servizio.
Quanto costano ai ristoratori le app di delivery?
- JustEat: 10-15%
- Glovo e Deliveroo: 16-30%
- Spesa di attivazione: 150 € circa
Le commissioni di JustEat sono inferiori ma occorre fare attenzione, poiché è lo stesso imprenditore a doversi occupare della consegna. Alla commissione trattenuta dalla piattaforma su ogni ordine dovrà quindi aggiungere la paga del fattorino, spese carburante e così via. Più alte sono le tariffe di Glovo e Deliveroo, i quali però includono il servizio di consegna con i propri rider.
È prevista anche una spesa di attivazione del servizio per materiale e/o servizi da recapitare all’esercente. Tale spesa si aggira intorno ai 150 euro.
Infine, da mettere nel conto è naturalmente anche il costo per il packaging del cibo (contenitori, sacchetti, ecc.), del quale dovrà occuparsi in autonomia il ristoratore.
L’insieme delle spese (attivazione e commissione sugli ordini, fattorino, imballaggio) devono essere detratte dai ricavi al fine di capire se davvero vale la pena affidarsi alle piattaforme di consegna.
Sia chiaro: l’imprenditore non perderà certamente gli investimenti, tuttavia i costi elevati causano un basso indice di redditività delle vendite effettuate attraverso le piattaforme, motivo per cui è necessario valutare se il gioco vale la candela.
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Nessun controllo sul pagamento e sulla consegna
Tra le criticità delle applicazioni di delivery segnaliamo l’impossibilità, da parte del ristoratore, di poter agire nel caso in cui il cliente dovesse incorrere in problemi nelle fasi di pagamento e consegna.
Se è vero che la comodità delle piattaforme è data proprio dal fatto che il ristoratore deve preoccuparsi unicamente del suo lavoro primario, ossia la preparazione di cibi, è altrettanto vero che rischia di ricevere recensioni negative se in fase di consegna qualcosa va storto.
Ad esempio, se il fattorino consegna in grave ritardo o confonde gli ordini tra i diversi clienti, indipendentemente dalle responsabilità del disservizio l’utente lascerà un voto negativo che colpisce il ristorante, con relative conseguenze sul grado di visibilità all’interno dell’applicazione.
Fa eccezione JustEat che, come rimarcato in precedenza, lascia l’incombenza della consegna al ristorante.
Le piattaforme sono davvero indispensabili?
Esaminando pro e contro di questi servizi possiamo giungere alla conclusione che no, le app di delivery non sono certamente un modo efficace per aumentare i profitti di una piccola attività. Le commissioni rappresentano il primo degli inconvenienti, assottigliando in modo significativo le entrate provenienti dalle app, alle quali dovranno poi essere sottratte gli altri costi sostenuti (es. imballaggio).
Soluzione più economica è il delivery gestito in automia, tenendo conto naturalmente delle spese da sostenere per fattorino e mobilità (mezzo, carburante), oppure il Click and Collect.
In entrambi i casi è possibile avvalersi di apposite applicazioni – meno impegnative di quelle viste finora – per consentire ai clienti di pagare online con carta anziché armeggiare con i contanti e con il resto. Ciò facilita la fase di consegna e riduce i rischi di ricevere banconote e monete contraffatte.
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