Se nel 2019 il POS obbligatorio non viene messo in discussione, alcuni cambiamenti riguardano gli effetti prodotti dalla trasgressione di questa norma.
L’obbligo POS è scattato in via ufficiale nel 2018 in tutti i paesi membri dell’Unione Europea, con l’entrata in vigore della Direttiva UE chiamata Payment Service Directive 2 – o più semplicemente PSD2.
Obiettivo delle normativa europea è innanzitutto la tutela del consumatore, che avrà diritto di pagare con carta anche piccoli importi. D’altra parte, a tutela dei commercianti e dei professionisti è stato introdotto un significativo abbassamento delle commissioni interbancarie.
Severa opposizione alle regole comunitarie viene espressa da piccole aziende, negozi di prossimità e dai professionisti, ai cui oneri fiscali va a sommarsi l’incombenza del terminale con relative spese di gestione.
Come vedremo più avanti, chi non sente la mancanza del POS nella propria attività può fare affidamento a dispositivi economici pensati appositamente per chi lavora molto con il contante.
Quali attività sono sottoposte all’obbligo POS? Sono previste sanzioni? Nel presente articolo rispondiamo brevemente a queste domande e cerchiamo di capire quali sono le soluzioni alternative per evitare i costi elevati delle banche.
¹ Fonte: Gazzetta Ufficiale – Recepimento della direttiva (UE) 2015/2366
Il POS è obbligatorio anche per i micropagamenti
Con l’entrata in vigore della già citata PSD2 i consumatori hanno diritto a pagare con carta anche piccole importi, nello specifico a partire da 5 euro. Del resto, se fino a qualche tempo si era restii ad usare denaro digitale, oggi sono sempre di più gli italiani che escono di casa con più carte di pagamento ma pochi contanti.
L’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano fa sapere che le transazioni elettroniche hanno toccato quota € 220 miliardi nel 2017: il 28% di tutti i consumi avvenuti in Italia. Di questi, 47 miliardi sono stati trasferiti dal consumatore al commerciante attraverso tecnologia contactless – in attesa dei dati relativi al 2018 che attesteranno senza sorpresa un boom delle transazioni senza contatto.
Perfino i pagamenti con smartphone hanno visto un incredibile incremento (+700%), anch’esso destinato a crescere nel tempo.
In questo quadro è comprensibile la promulgazione di una normativa a tutela dei consumatori, sempre più propensi a servirsi degli innovativi metodi di pagamento anche per piccole somme.
Le sanzioni
Quello delle sanzioni è un discorso – politico e sociale – che tuttora, nel 2019, non è giunto ad una conclusione.
Per far fronte tempestivamente alle richieste della Commissione europea, il legislatore italiano aveva pensato di estendere ai pagamenti digitali una disposizione già esistente all’interno del Codice Penale. L’art. 693 sul Rifiuto di monete aventi corso legale stabilisce che:
“Chiunque rifiuta di ricevere, per il loro valore, monete aventi corso legale nello Stato, è punito con la sanzione amministrativa fino a trenta euro.”
Dopo travagliati tentativi di realizzare quanto appena descritto, è stato il Consiglio di Stato a bloccare sul nascere – per una questione di forma e non di sostanza – il sistema sanzionatorio che avrebbe introdotto fino a 30 euro di multa per ogni pagamento rifiutato.
Con il parere n. 1446 del 1° giugno 2018, la sezione Consultiva per gli atti normativi afferma che lo strumento del decreto ministeriale (preprogativa dell’Esecutivo) non è idoneo a dettare disposizioni nella materia in analisi, ribadendo il principio della riserva di legge. In altre parole, deve essere il Parlamento e non il Governo a pronunciarsi in merito.
Quali attività e professioni dovranno dotarsi di POS?
Malgrado l’assenza temporanea di sanzioni, l’obbligo del POS rimane valido a tutti gli effetti e riguarda qualsiasi tipo di attività commerciale – anche piccole attività – nonché le prestazioni professionali.
Esempi di attività che per legge devono possedere un terminale:
- supermercati
- bar
- pizzerie
- taxi
- aziende
- elettricisti
- avvocati
- idraulici
In attesa dell’approvazione di una legge che regoli globalmente la materia delle sanzioni, una sentenza del Consiglio di Stato ha bocciato il POS obbligatorio nell’ambito delle professioni mediche.
Uniche eccezioni riguardano casi particolari, tra cui:
- acquisto di marche da bollo
- transazioni legate al pagamento tributi fiscali
- transazioni tra professionisti
Allo stesso modo, sono esenti in via temporanea benzinai e tabaccai.
Scopri di più: Come accettare Bancomat – La scelta tra POS tradizionali e POS mobili
Come evitare gli elevati costi dei POS bancari
A risentire maggiormente delle imminenti sanzioni in tema di POS obbligatorio sono le piccole attività commerciali e i lavoratori autonomi, non sempre in grado di aggiungere ulteriori oneri finanziari al bilancio del proprio business.
Per capire meglio quali spese vengono applicate al mantenimento e all’uso dei terminali si può consultare il nostro articolo Pagamento POS: quali sono i costi per l’esercente?
Sottoscrivere servizi POS con una banca vuol dire caricarsi di una serie di vincoli e condizioni economiche – tra cui canone mensile, spese straordinarie periodiche, alte commissioni nonché sistemi di flessibilità dei costi che penalizzano tutte le attività con un modesto flusso di entrate mensili.
Si può dunque intuire l’entusiasmo degli istituti bancari di fronte all’annuncio delle sanzioni in arrivo.
La buona notizia riguarda invece le alternative all’offerta delle banche.
In Italia esistono validi servizi che consentono di acquistare a basso costo un POS mobile – dunque con spesa una tantum, senza canoni mensili né abbonamenti – e il pagamento di una ragionevole commissione per ogni transazione.
Sono diversi i punti di forza dei servizi indipendenti dalle banche e compatibili con qualsiasi conto corrente:
- lettori di carte facili da usare attraverso smartphone o tablet
- alte prestazioni degli strumenti legati all’elaborazione dei pagamenti
- totale trasparenza rispetto a costi e tariffe
In tale quadro sono da segnalare le proposte di iZettle e SumUp, entrambe adatte alle piccole attività ma con un diverso tipo di tariffazione: la prima flessibile, favorevole a chi supera una determinata soglia di entrate mensili con carta, l’altra più conveniente nel caso di attività con un minore volume di introiti elettronici.