Avrete notato che negli ultimi anni anche in Italia sono state proposte diverse soluzioni di pagamento con codice QR, come Satispay e Bancomat Pay.
La rinascita di un metodo sul quale nessuno avrebbe puntato fino a qualche anno fa non è casuale, bensì il risultato di una importante diffusione in Cina.
Il paese asiatico non solo ha ripristinato un trend che si pensava superato, ma è riuscito nell’impresa di estendere su scala mondiale una rete di pagamento domestica.
Perché AliPay e WeChat Pay creano opportunità anche agli esercenti italiani? Lo spieghiamo brevemente in questo articolo, ma prima vediamo cos’è e come funziona questa modalità di pagamento.
Cos’è e come funziona
AliPay e WeChat Pay sono wallet digitali simili ad Apple Pay e Google Pay, oggi piuttosto diffusi in Italia.
Come Apple e Google, anche i wallet cinesi per funzionare richiedono la registrazione nelle rispettive app di carte di pagamento da cui attingere. Non si tratta dunque di strumenti finanziari indipendenti, bensì di sistemi che permettono di pagare con smartphone ma sempre attingendo da una carta di credito, di debito o prepagata.
La prima differenza significativa tra i wallet ideati negli Stati Uniti e quelli nati in Cina è la modalità di pagamento: mentre Apple Pay e Google Pay si servono della tecnologia NFC (contactless) che trasmette al POS i dati della carta, AliPay e WeChat Pay – come anticipato – utilizzano la lettura del codice QR.
Immagine: Axepta
Immagine: Axepta
AliPay e WeChat Pay possono comunque essere utilizzati dall’esercente per incassare tramite un terminale fisico, ma anche con smartphone o nei negozi online.
Se il commerciante è in possesso di un terminale smart non dovrà fare altro che selezionare il metodo di pagamento, digitare l’importo e attendere che il cliente inquadri il codice QR che appare sul display. La procedura è dunque molto simile a quella del pagamento con carta.
In altri casi l’acquirer potrebbe fornire un’apposita applicazione da installare sullo smartphone per generare il codice da mostrare al cliente, senza ricorrere al POS fisico.
I due sistemi di pagamento possono essere implementati anche nei negozi online, esattamente come le soluzioni made in Italy Bancomat Pay, Satispay e Tinaba.
Perché AliPay e WeChat Pay creano opportunità di vendita anche in Italia?
Per rendere un’idea basta appena qualche dato:
- AliPay ha raggiunto un miliardo di utenti attivi
- In media, AliPay viene usato da 320 milioni di utenti ogni giorno
- In Italia ogni anno giungono oltre 3 milioni di turisti cinesi
WeChat Pay è poco meno popolare del concorrente, mantenendosi però su cifre che in Italia, paese da 60 milioni di abitanti, sembrano partorite dalla fantasia. Ricordiamo a questo punto che il paese con capitale Pechino conta una popolazione di oltre 1,4 miliardi di persone.
Costituiscono letteralmente una piccola minoranza le persone che in Cina non utilizzano una delle due app per pagare in negozio o online – minoranza che peraltro si assottiglia in modo ancor più significativo nella categoria dei turisti.
Codici QR dell’esercente esposti al punto cassa.
Tra le mete preferite dei cinesi compare l’Italia, dove ogni anno arrivano tre milioni di turisti per visitare il paese in lungo e in largo, ovviamente muniti del loro strumento di pagamento preferito: AliPay e WeChat Pay.
L’impatto del turismo cinese sull’economia italiana è così importante da aver coinvolto in prima persona i ministri per i beni culturali di entrambi i paesi, impegnati lo scorso anno in una serie di incontri dal titolo “La cooperazione internazionale nel settore turistico e culturale tra Italia e Cina: nuove prospettive”.
Non solo Roma, Milano e Firenze
Negli ultimi anni il turismo cinese è uno dei maggiori argomenti di discussione presso le assemblee di regioni e comuni.
Non parliamo solo delle più grandi città italiane, bensì di località turistiche del centro e del sud Italia. Se la Puglia è già da qualche tempo meta di turisti da tutto il mondo, si è riscontrato negli ultimi anni un interesse crescente nei confronti di Marche, Campania, Calabria e Sicilia – sempre più presenti in Cina in occasione degli eventi dedicati al settore del turismo.
Tra le misure adottate per favorire l’arrivo di visitatori asiatici spicca l’inaugurazione di voli diretti che collegano diverse città della Cina con Ancona, Bari e Palermo.
Dove spendono i visitatori cinesi? Se da un lato puntano ai brand di lusso soprattutto nel settore dell’abbigliamento, dall’altro non disdegnano prodotti locali di qualità: anche piccoli ristoratori, artisti e artigiani beneficiano del turismo in entrata dall’Asia.
Come accettare AliPay e WeChat Pay?
Sono ormai tanti gli operatori domestici che danno la possibilità di accettare AliPay e WeChat Pay in Italia. In alcuni casi i due circuiti sono già abilitati nel pacchetto base, in altri occorre attivarli in quanto opzionali.
In genere l’attivazione non richiede spese una tantum né costi fissi, bensì l’addebito di una commissione per ogni pagamento ricevuto. Ogni operatore tuttavia propone le sue condizioni, dunque si consiglia di verificare con attenzione le voci di spesa prima di chiedere l’abilitazione (in caso di canone mensile o annuo, meglio cercare un’alternativa con altri gestori).
Quali sono le commissioni sul transato? Nella seguente tabella diamo uno sguardo rapido alle tariffe di alcuni acquirer italiani, poi condividiamo qualche osservazione sui costi:
Acquirer | AliPay | WeChat Pay |
---|---|---|
Tinaba Business | 2,2 % | – |
Axerve | 2,8 % | 2,8 % |
Adyen | 0,10 € + 3 % | – |
Intesa Sanpaolo | 3,5 % | 3,5 % |
Axepta | 4 % | 4 % |
UniCredit | 4 % | – |
Acquirer | AliPay | WeChat Pay |
---|---|---|
Tinaba Business | 2,2 % | – |
Axerve | 2,8 % | 2,8 % |
Adyen | 0,10 € + 3 % | – |
Intesa Sanpaolo | 3,5 % | 3,5 % |
Axepta | 4 % | 4 % |
UniCredit | 4 % | – |
Le tariffe addebitate sulle transazioni con AliPay e WeChat Pay sono indubbiamente più elevate rispetto ad un normale pagamento locale, tuttavia ci sono alcuni aspetti da prendere in considerazione.
Le commissioni su carte di credito emesse fuori dallo Spazio economico europeo sono allo stesso modo gravose. Quando riceviamo un pagamento con carta da un turista extra-europeo la transazione costerà di più, indipendentemente dal circuito o dall’app usata.
Per un esercente italiano non si rilevano dunque particolari differenze tra una carta di credito cinese – ad esempio una UnionPay – e metodi come AliPay o WeChat Pay. Stesso discorso vale per una carta emessa negli Stati Uniti, in Brasile, in Giappone e così via: saranno sempre più costose rispetto alle transazion domestiche.
Sui costi, la vera differenza si riscontra tra un operatore e l’altro. Come si può notare in tabella, quasi tutti i maggiori acquirer addebitano tariffe più elevate rispetto a Tinaba e Axerve, i quali possono essere considerati in un certo senso minori ma più innovativi.
Ultimo appunto su Tinaba. È soluzione diversa dalle altre: non un POS bensì un’applicazione che si installa sul telefono e permette di pagare o ricevere pagamenti tramite codice QR. In pratica è la versione italiana di AliPay e WeChat Pay. Affiancarla in negozio al terminale non costa nulla: nessun canone e commissioni convenienti sulle transazioni.