Il denaro è sporco. È stato stabilito da centinaia di studi scientifici che riportano la presenza di microorganismi sulle banconote. I batteri sembrano apprezzare particolarmente i soldi, soprattutto le banconote composte da fibre di cotone, ad esempio gli euro.
Scienziati della Oxford University hanno scoperto che una singola banconota emessa dalla Bank of England ospita all’incirca 18.200 batteri.
Per il modo in cui usiamo i contanti, il denaro è oggi considerato una delle maggiori cause di contagio tra gli esseri umani. Le banconote passano da una mano all’altra con frequenza, ma raramente vengono pulite o igienizzate. Se viaggi in paesi con un basso standard igienico e fai uso di contanti, ricorda di lavare spesso le mani!
Moltre delle ricerche scientifiche si focalizzano su batteri come la Salmonella, Listeria e E. coli, dato che il rischio di contaminazione del cibo è elevato. Altri studi sono invece dedicati al periodo di sopravvivenza dei virus sui biglietti emessi dalle banche centrali: alcuni ricercatori svizzeri hanno scoperto che i virus infettivi sopravvivono per diversi giorni sulle banconote, soprattutto in presenza di una quantità anche minima ed impercettibile di sostanze mucose.
Muchi e altre secrezioni che adottano le vie respiratorie – ad esempio quelle espulse quando una persona tossisce o espira – proteggono il virus quando viene trasmesso per via aerea.
Per contenere il nuovo coronavirus, o COVID-19, nel febbraio 2020 la Cina ha annunciato un programma di disinfezione e quarantena delle banconote in circolazione con lo scopo di fermare la diffusione del virus SARS-CoV-2 (precedentemente denominato 2019-nCoV).
I pagamenti contactless riducono la diffusione di virus e batteri
Il problema non si risolve, semplicemente, pagando con carta? In alcuni casi è affermativo, perché i pagamenti contactless non implicano il contatto con il terminale, tuttavia – anche pagando con la modalità senza contatto – al superamento di 25 euro di spesa è necessario digitare il codice PIN sulla tastiera del POS.
Diverso è il caso dei pagamenti con smartphone tramite applicazioni come Apple Pay, Google Pay, Satispay e Bancomat Pay che – indipendentemente dall’importo speso – non richiedono alcun tipo di contatto con il terminale.
In realtà, i terminali contribuiscono alla diffusione del virus in modo ancor più efficace dei contanti. Se è vero che una banconota o una moneta spesa in negozio trova subito un nuovo proprietario, è altrettanto vero che va in un solo portafogli per volta. Nel caso dei POS, invece, in un arco di tempo breve decine di persone toccano i suoi tasti.
Per capire in che modo si diffondono i virus respiratori – come il coronavirus – all’interno degli aeroporti, nel 2018 un gruppo di ricercatori finlandesi ha raccolto campioni nel più importante aeroporto del paese. Novanta campioni prelevati da alcune delle superfici più toccate, tra cui corrimano, vassoi per i bagagli nelle aree dei controlli di sicurezza, pulsanti per lo scarico del wc e maniglie.
La maggior parte delle superfici non presentavano alcun virus, e perfino i 14 campioni prelevati nei bagni dell’aeroporto si sono rivelati puliti. Una sola superficie, invece, è risultata positiva al rinovirus e ad un coronavirus: i pulsanti dei terminali di pagamento della farmacia.
La superficie più contaminata in un aeroporto
Le persone indisposte costituiscono la più larga fetta della clientela di una farmacia, dunque non sorprende che molteplici virus si possano ritrovare in certi luoghi, soprattutto durante l’epidemia stagionale dell’influenza. Questo risultato potrebbe quindi non applicarsi ai terminali POS di tutte le attività commerciali – ma non è detto che una persona malata non si dedichi ad altre veloci commissioni dopo il passaggio in farmacia.
Il coronavirus rinvenuto sul terminale di pagamento dell’aeroporto finlandese era di tipo OC43, una tra le più comuni cause della diffusione di raffreddore con lievi sintomi. In ogni caso, altri tipi di coronavirus possono diffondersi con la stessa facilità, incluso il COVID-19, cioè il responsabile dell’epidemia iniziata nel 2020.
“Nel nostro studio abbiamo testato la presenza dell’acido nucleico virale (RNA o DNA) di alcuni virus respiratori”, racconta Niina Ikonen, senior specialist presso il Finnish Institute for Health and Welfare. “Non abbiamo provato ad isolare il virus dai campioni. Per essere contagioso devono esserci virus in vita sulla superficie dei terminali di pagamento.”
“Dunque, anche se abbiamo rilevato acidi nucleici virali su diverse superfici, non vuol dire automaticamente che fossero contagiosi in quel momento, o che il terminale fosse infetto. Diversi virus hanno tempi di sopravvivenza differenti sulle superfici. È impossibile stimare per quanto tempo i diversi virus sopravvivono sulle superfici, nonché con quanta facilità si trasmettono dal tasto del terminale.”
Nel febbraio 2020 il Centro di Guangzhou per il Controllo e la Prevenzione delle malattie in Cina ha annunciato la scoperta di un nuovo coronavirus sulla maniglia di una porta in casa di un paziente infetto. Ciò suggerisce che può sopravvivere su alcune superfici per alcune ore. Alcuni studi su virus simili al COVID-19 mostrano che il periodo di sopravvivenza può durare fino 9 giorni.
Non c’è motivo di evitare o temere i pagamenti su terminale, naturalmente. La trasmissione del coronavirus da una superficie alle nostre dita non porta automaticamente ad un contagio, dato che non penetra la pelle. La chiave di tutto è, come scritto all’inizio di questo articolo, l’igiene. Se il virus finisce sulle nostre mani, per evitare un’infezione basterà lavarle prima di toccarsi gli occhi, il naso o la bocca.
In ogni caso i commercianti dovrebbero impegnarsi a mantenere puliti i dispositivi che, all’interno del negozio, entrano in contatto con i clienti. In tempi simili è bene che i terminali vengano igienizzati spesso, vale a dire più e più volte nel corso della giornata.
“Molti virus, soprattutto quelli respiratori, si trasmettono con il contatto diretto o attraverso goccioline talvolta impercettibili”, ricorda Niina Ikonen. “La pulizia del terminale di pagamento riduce indubbiamente il rischio di trasmissione di virus.”