Nell’ultimo decennio si è assistito ad un profondo cambiamento del settore dei pagamenti elettronici. L’evoluzione ha colpito anche i terminali, alcuni dei quali sono diventati obsoleti nel giro di pochi anni.
Che sia di proprietà o a noleggio, gli esercenti saranno costretti a trovare un modo per smaltirlo o sostituirlo.
Una cosa è certa: i dispositivi elettronici non possono essere gettati nella spazzatura come qualsiasi altro rifiuto.
I POS si guastano, smettono di funzionare o diventano obsoleti esattamente come smartphone, tablet e computer – o semplicemente vengono messi da parte perché non più necessari.
Se ancora funzionanti possono essere usati in altri contesti, mentre lo smaltimento richiede pratiche specifiche in virtù della loro natura di Rifiuto da Apparecchiature Elettriche ed Elttroniche (RAEE).
Raccomandiamo quindi di non gettare terminali né altri rifiuti elettronici nei comuni contenitori. I metalli e le sostanze tossiche in essi contenuti sono altamente inquinanti per l’ambiente. Finendo in discarica, tali sostanze rischiano di essere assorbite dal suolo con conseguenze negative anche sulla salute delle persone.
La questione ambientale non è il solo motivo per cui si raccomanda di rispettare le pratiche corrette di smaltimento. Oggi vi è infatti una grave carenza di alcuni materiali essenziali per la fabbricazione dei chip.
Mai come ora il riciclo dei RAEE è fondamentale per la natura e per l’economia.
Nel presente articolo proponiamo una breve guida per lo smaltimento o il riutilizzo dei terminali di pagamento.
Informarsi dal fornitore del terminale
Prima di tutto si consiglia verificare cosa dice a tal riguardo il fornitore, ossia la società da cui abbiamo acquistato o noleggiato il POS, per i seguenti motivi:
- Il contratto potrebbe prevedere la restituzione del dispositivo
- La società potrebbe offrire un programma di smaltimento
- L’assistenza potrebbe consigliare dove e con quali modalità procedere
Alcuni produttori impongono la restituzione in caso di disdetta del servizio, soprattutto quando viene fornito in comodato d’uso. In tale caso, se l’esercente non restituisce il terminale va incontro a penali.
È bene informarsi anche se si è proprietari del dispositivo, giacché molti fornitori si impegnano a mettere in pratica un programma di riciclo o smaltimento. In caso contrario, potrà comunque consigliare i metodi più comodi per procedere in automia.
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Riciclo come rifiuto elettronico
Nella maggior parte dei casi il fornitore o produttore proporrà di restituirlo: chi produce apparecchiature elettroniche è infatti obbligato per legge a gestire i rifiuti elettronici (RAEE) attraverso l’adesione a Sistemi Collettivi o Sistemi Individuali sotto il controllo del Centro di Coordinamento RAEE, a sua volta parte del piano di riciclo realizzato dall’Unione Europea.
In altre parole, chi mette in commercio dispositivi elettronici che mostrano l’apposito simbolo RAEE sarà obbligato a raccogliere gli stessi – gratuitamente – nonché a occuparsi dello smaltimento. Rientrano nella categoria dei RAEE tutti gli apparecchi dotati di batteria e/o cavi per l’alimentazione dalla rete elettrica – dunque qualsiasi tipologia di POS (fisso, portatile, mobile, WiFi, ecc.)
Una volta ricevuto, il fornitore si farà carico del trasferimento presso un apposito centro per il riciclo.
Simbolo RAEE.
In alternativa si potrà cercare il centro RAEE più vicino per portare di persona i dispositivi.
Nel caso in cui il dispositivo sia stato acquistato in un negozio fisico, potremo recarci presso lo stesso punto vendita e consegnare lì l’apparecchio da smaltire. I rivenditori, in quanto distributori di AEE, sono infatti obbligati ad iscriversi all’Albo Nazionale Gestori Ambientali per le attività di raccolto e trasporto di RAEE domestici.
Potremmo inoltre incontrare contenitori dedicati ai rifiuti di apparecchi elettrici ed elettronici all’interno di medie e grandi attività commerciali, le quali mettono a disposizione il servizio ai loro clienti. In questo caso basterà gettare il dispositivo nell’apposito contenitore.
Vendere o donare
Anche se funzionanti, talvolta vi è la necessità di cambiare terminale – ad esempio passare da un fisso ad un portatile o viceversa.
Come vendere un POS usato? Si può tentare attraverso i più popolari canali di vendita di oggetti usati, come Subito o eBay. In entrambi i casi si potrà usufruire di sistemi di pagamento digitali per ricevere l’importo su PayPal o sul proprio conto corrente.
In alternativa si può considerare la donazione ad un’associazione locale di volontariato e beneficenza.
Attenzione – Sia in caso di vendita che di donazione dovremmo assicurarci che sul dispositivo non siano conservati dati relativi alla nostra attività. Ne parliamo di seguito.
È necessario eliminare i dati?
Mentre i vecchi POS potrebbero conservare informazioni nella memoria del dispositivo, i moderni terminali adottano un sistema diverso e molto più pratico.
I lettori di carte con app si limitano a leggere e codificare i dati della carta in un formato utilizzabile dalla stessa applicazione. Nessun dato viene salvato nell’hardware, dunque nel dispositivo fisico. Ciò permette di smaltirlo senza distruggere la memoria o cederlo ad altri senza particolari operazioni.
Lo stesso principio vale per gli smart POS. Tutte le informazioni sono associate ad un account, dal qualche basterà eseguire il logout per evitare che altri accedano ai nostri dati.
Se invece siamo in possesso di dispositivi tradizionali (quelli con i tasti fisici, per intenderci) – spesso prodotti da Ingenico e Verifone – è consigliabile renderli inutilizzabili prima di procedere allo smaltimento. Consigliamo di contattare il produttore o informarsi sul suo sito web in cerca di istruzioni specifiche.