Professionisti, lavoratori autonomi, artigiani e ditte individuali hanno quasi sempre esigenze diverse da quelle di un’impresa. Sottoscrivere un servizio pensato per un’azienda anziché per una persona fisica può avere ripercussioni economiche da non sottovalutare.

La banca è generalmente il primo canale di vendita di servizi POS, eppure sono proprio gli istituti bancari ad offrire soluzioni poco favorevoli per chi svolge un’attività in modo autonomo. La buona notizia è che ci sono alternative più adatte.

Prima di presentarle, vediamo quali sono i criteri e le condizioni che un professionista dovrebbe verificare e valutare al fine di compiere una buona scelta.

Il POS è obbligatorio anche per i professionisti

Dal 1 luglio 2022 è entrata in vigore a tutti gli effetti (dopo anni di rinvii) la norma che rende obbligatorio accettare le carte come metodo di pagamento. L’obbligo si rivolge tutti i tipi di attività, commerciali e professionali, indipendentemente dal fatturato annuo (inclusi i cosiddetti forfettari).

Liberi professionisti, lavoratori autonomi e ditte individuali – ad esempio avvocati, medici, idraulici, elettricisti, artigiani, ecc. – non possono negare pagamenti elettronici ai clienti… a meno che non siano disposti ad incorrere in una sanzione per ogni transazione negata.

La multa è formata da una parte fissa (30 euro) ed una variabile (4%) in funzione dell’importo della transazione negata. In teoria la multa può essere applicata per ogni pagamento elettronico rifiutato, naturalmente su segnalazione dei clienti.

In assenza di un sistema efficace di segnalazione, per il momento la teoria rimane molto lontana dalla pratica. Detto ciò, le norme ci sono e possono essere applicate.

Da considerare c’è tuttavia un altro fattore che non riguarda la legge ma è in un certo senso più rilevante: le esigenze dei clienti.

Per un lavoratore autonomo è di fondamentale importanza mantenere un buon rapporto con il cliente. Quando ci troviamo di fronte a clienti “digitalizzati”, offrire loro la possibilità di pagare con carta – o con metodi alternativi – vuol dire mettere in campo una strategia di fidelizzazione.

Lì dove non incidono le leggi, ad avere un’influenza significativa è il rapporto con il cliente. E questo è il motivo principale per cui un professionista non dovrebbe mai rifiutare un pagamento con carta. Ricordiamo inoltre che lo stato offre un credito d’imposta per coprire parte delle spese sostenute per il terminale.

Quali caratteristiche deve avere un POS per lavoratori autonomi?

Sono due gli aspetti fondamentali da considerare: il piano tariffario e le caratteristiche tecniche del dispositivo. Inutile dire che, almeno nella maggior parte dei casi, è il primo ad assumere un ruolo preminente nella scelta finale.

Costi e condizioni economiche

Le soluzioni “tradizionali”, generalmente proposte da banche o grandi operatori del settore, includono diverse voci di spesa:

I servizi POS addebitano diversi tipi di spese: fissa, variabili e una tantum
  • Canone – È una tariffa fissa periodica, di solito addebitata ogni mese e dovuta indipendentemente dal volume di transazioni elaborate.
  • Commissioni sulle transazioni – Espressa in percentuale, dipende dall’importo del pagamento ricevuto. Il fornitore del servizio può applicare commissioni diverse a seconda del tipo di carta usato dal cliente.
  • Costi una tantum – Si tratta di spese dovute soprattutto nella fase iniziale (attivazione, installazione, adeguamento agli standard di sicurezza e così via).

Sebbene alla commissione sulle transazioni venga spesso attribuita un’enorme importanza, non sempre il POS più economico è quello con la tariffa più bassa – soprattutto quando se parliamo di attività che elaborano un volume limitato di pagamenti con carta.

Insieme alle commissioni sul transato è bene valutare l’impatto del costo fisso, cioè del canone, sulla spesa complessiva mensile.

Alcune soluzioni prevedono infatti tutte le voci di spesa sopraelencate, altre propongono una politica tariffaria più semplice e trasparente applicando solo uno di questi costi, adattandosi maggiormente alle necessità di autonomi e ditte individuali.

Per valutare la convenienza di un’offerta occorre innanzitutto fare una stima del volume medio di transazioni elaborato in un mese, cioè del valore complessivo dei pagamenti ricevuti tramite POS.

Caratteristiche tecniche del terminale

Dove, come e quanto useremo il terminale? È questa la domanda da porsi per individuare il dispositivo più adatto.

Mettendo da parte il terminale fisso (perlopiù usato nei supermercati e nei negozi della grande distribuzione organizzata), i lavoratori autonomi dovrebbero puntare guardare verso altre direzioni: il POS mobile e il POS portatile.

Qual è la differenza?

Il terminale “mobile” è un lettore di carte compatto ma non autonomo. Per ricevere pagamenti deve infatti essere collegato via bluetooth ad uno smartphone (a sua volta connesso ad internet).

Il terminale “portatile” è invece munito di SIM dati, dunque in grado di elaborare transazioni in modo autonomo e indipendente da altri dispositivi.

Entrambi garantiscono piena mobilità, vale a dire che permettono di ricevere pagamenti con carta ovunque, nel proprio negozio o ufficio come per strada o presso un altrui domicilio. Tale caratteristica è indispensabile per chi svolge il proprio mestiere lontano da una sede fissa ma anche se si necessita di muoversi liberamente all’interno di un locale con il dispositivo.

Dispositivo basilare (non a caso si può catalogare come semplice lettore di carte), il POS mobile ha generalmente un prezzo d’acquisto inferiore, di poche decine di euro. Come si è detto, ha i suoi limiti: non solo deve essere collegato al telefono della persona o delle persone che lo usano, deve altresì essere gestito dallo stesso cellulare tramite un’apposita app.

Il POS portatile può costare diverse centinaia di euro, tuttavia non di rado si incorre in ottime offerte dedicate ai professionisti o anche alle piccole imprese. Diversamente dal mobile, il terminale portatile fornisce piena autonomia e spesso include una stampante per ricevute cartacee (il POS mobile si limita alle ricevute digitali).

Portatile Mobile
Mobilità
SIM integrata No
Stampante No
Ricevute digitali No

Nella tabella precedente abbiamo attribuito ai due tipi di dispositivo alcune delle loro principali caratteristiche, tuttavia urge sottolineare che la linea di demarcazione si assottiglia costantemente, soprattutto dopo l’avvento dei cosiddetti POS smart.

Un terminale portatile “intelligente” può ad esempio offrire la possibilità di inviare ricevute digitali anziché quelle cartacee, opzione utile sia al risparmio in termini di costo (riduzione del consumo di carta termica) sia in termini ecologici (ne abbiamo parlato nell’articolo Il problema degli scontrini cartacei).

Ulteriore aspetto è quello dei servizi a valore aggiunto. In linea di massima, il POS mobile è in grado di fornire una serie di strumenti aggiuntivi attraverso l’applicazione per smartphone (ribadiamo che l’app è indispensabile per l’uso del lettore di carte mobile).

Se il POS portatile tradizionale non può offrire simili strumenti (il suo sistema operativo si limita all’esecuzione di poche funzioni), quello smart si pone sullo stesso piano del mobile, funzionando anch’esso tramite app installate (o da installare) sul terminale stesso.

A seconda dell’attività svolta e soprattutto del modo in cui si svolge, tali funzionalità extra possono essere davvero utili. In altri casi però costituiscono un inutile supplemento che non sarà mai sfruttato.

Confronto tra le migliori offerte

Mettiamo da parte le opzioni che prevedono contestualmente il pagamento di un costo fisso (canone) e di uno variabile (commissioni). Per evitare questo modello tariffario, il consiglio è quello tenersi lontani dalle banche.

Nel presente articolo presentiamo dunque le soluzioni senza canone o senza commissioni.

Senza canone

I POS senza canone sono particolarmente vantaggiosi non solo per autonomi e artigiani bensì per tutti i tipi di attività – anche quelle commerciali – che ricevono prevalentemente pagamenti in contanti.

È quasi una tradizione italiana quella di pagare in contanti professionisti quali medici e avvocati, e ancor di più idraulici, elettricisti, falegnami che intervengono per riparazioni domestiche di modesta entità. Quando il fatturato dipende solo in modesta parte dalle transazioni elettroniche, sottoscrivere una soluzione con canone fisso non è altro che uno spreco di denaro.

Scegliendo un servizio senza canone, la spesa mensile complessiva si basa unicamente sull’uso effettivo del terminale attraverso l’addebito delle sole commissioni sui pagamenti ricevuti.

Quali sono i migliori POS senza canone?

  • Axerve a commissioni
  • SumUp
  • myPOS

Axerve a commissioni è il servizio più economico per gli autonomi con un fatturato elettronico mensile variabile da 0 a 10.000 euro. Nel campo dei POS senza canone rappresenta un’eccezione, in quanto vantaggioso su un transato decisamente più elevato rispetto alla concorrenza.

Prevede l’acquisto del terminale (uno smartPOS) al prezzo di 100 € una tantum e in seguito una commissione dell’1 % sulle transazioni. Ad oggi, in ambito di terminali senza costi fissi è la più bassa nel mercato italiano.

Per sapere di più consulta la nostra Recensione Axerve a Commissioni

Foto: Mobile Transaction

Sulla schermata iniziale dello smart POS compaiono le icone delle app

Axerve

SumUp permette invece di scegliere fra diversi dispositivi, uno mobile (Air) e due portatili (Solo e 3G). Il modello Air è il più economico (49 €) ma, come spiegato prima, è un semplice lettore di carte che necessita del collegamento con un telefono per funzionare, mentre gli altri due si acquistano al prezzo di 79 € (Solo) e 129 € (3G + Stampante) ma sono muniti di SIM dati integrata, dunque autonomi.

Tre tipi di dispositivo ma un unico piano tariffario: la commissione dell’1,95%.

Per approfondire dai un’occhiata alla Recensione SumUp

Foto: Emmanuel Charpentier, Mobile Transaction

SumUp permette di scegliere fra tre terminali: Air, 3G e Solo

SumUp

La tariffa di Axerve è in tutta evidenza migliore rispetto a quella SumUp, non richiede una particolare analisi dei costi.

Ci sono motivi per preferire SumUp ad Axerve? Se ogni mese riceviamo fino a 1.000 euro di pagamenti con carta, il POS SumUp potrebbe comunque rappresentare una buona soluzione nel caso in cui si sia interessati a ricevere pagamenti a distanza, magari servendosi di una pagina online per ricevere gli stessi ordini.

Tra i servizi inclusi nella soluzione SumUp compaiono infatti link di pagamento, negozio online, fatturazione elettronica e buoni regalo.

Se invece l’unico scopo è ricevere pagamenti in presenza (in negozio o in mobilità), meglio optare per la commissione più economica di Axerve.

Foto: Emmanuel Charpentier, Mobile Transaction

myPOS Carbon è un terminale smart con stampante integrata

myPOS Carbon

Un’ulteriore soluzione da considerare, a nostro avviso solo in casi specifici, è myPOS. Peculiarità del servizio è l’accredito istantaneo (su conto myPOS) dei pagamenti ricevuti.

Il trasferimento dei fondi sul proprio conto corrente bancario richiede l’esecuzione di un bonifico alla “modica” somma di 3 euro per ogni operazione. In alternativa è possibile prelevarli in contanti tramite carta myPOS (operazione altrettanto dispendiosa) oppure pagare in negozio o online utilizzando la stessa carta, questa volta senza commissioni.

Infine vi è un motivo ancor più valido per scegliere questa opzione, cioè la sua operatività in tutta Europa. Chi lavora oltre i confini nazionali (ed entro quelli europei) potrà ricevere pagamenti con carta anche negli altri paesi dell’Unione senza dover abilitare servizi extra.

Leggi di più nella nostra Recensione myPOS

Senza commissioni

Il campo dei POS senza commissioni è molto ristretto e vede Axerve a Canone come principale (se non unico) attore in scena.

Si paga in questo caso un canone mensile, dunque un costo fisso “all-inclusive” mentre vengono rimossi (entro un limite annuo di transato) i costi variabili.

Il POS viene fornito in comodato d’uso, incluso nel canone mensile.

L’offerta prevede due fasce di canone: 17 o 22 € al mese.

Si parte con la prima fascia e al superamento di 10.000 euro annui di transato avviene il passaggio automatico alla seconda fascia. Oltre i 30.000 euro annui si addebitata la commissione dell’1% sul volume eccedente i trentamila.

Vale la pena? Chi è certo di ricevere regolarmente pagamenti con carta, dunque un flusso costante di transazioni elettroniche che non superano i 30.000 euro all’anno può trovare tranquillità in una tariffa fissa mensile. In caso di dubbi, invece, meglio puntare sull’opzione a commissioni dello stesso brand.

Prezzo
POS
Canone
mensile
Tariffa su
transato
Axerve a Commissioni 100 € Assente 1 %
SumUp da 49 € a 129 € Assente 1,95 %
myPOS da 29,25 € a 219 € Assente 1,20 % + 0,05 €
Axerve a Canone Comodato d’uso da 17 a 22 € Assente
Prezzo
POS
Canone
mensile
Tariffa su
transato
Axerve a
Commissioni
100 € Assente 1 %
SumUp da 49 € a 129 € Assente 1,95 %
myPOS da 29,25 € a 219 € Assente 1,20 % + 0,05 €
Axerve
a Canone
Comodato d’uso da 17 a 22 € Assente

In alternativa dai un’occhiata al nostro Confronto tra POS portatili