In determinate circostanze, i POS SumUp sono un’ottima soluzione per iniziare a ricevere pagamenti con carta in presenza o a distanza: registrazione online, rapida procedura di acquisto, nessun intervento tecnico per la configurazione.
Se cercate alternative a SumUp avrete tuttavia intuito che ha i suoi limiti di natura tariffaria e pratica. Se un’attività cresce e le transazioni elettroniche iniziano a farsi più frequenti, arriva il momento in cui occorre cambiare.
Prima di scoprire alcune soluzioni più adatte alle imprese in crescita, un breve riepilogo di pregi e difetti di SumUp. Fino a che punto può considerarsi conveniente? Un breve elenco di riepilogo:
Quando è conveniente SumUp?
- L’attività riceve fino a 1.500 euro mensili di pagamenti con carta.
- L’attività è stata appena avviata, dunque non è possibile stimare il volume medio di transato elettronico.
- Serve un POS per le consegne a domicilio, che funzioni anche in mobilità.
- Serve una soluzione senza vincoli contrattuali e senza canone.
Meglio cercare un’alternativa quando…
- Ogni mese si ricevono pagamenti con carta per un volume superiore di 1.500 euro.
- Serve un terminale tradizionale o uno smartPOS.
SumUp è dunque indicato per piccoli negozi oppure per professionisti e lavoratori che continuano a ricevere in larga parte pagamenti in contanti. Nel momento in cui il transato elettronico supera la soglia indicativa di 1.500 euro, allora è consigliabile cercare altre opzioni.
La buona notizia è che le alternative a SumUp esistono e possono essere altrettanto facili da utilizzare oltre che più convenienti dal punto di vista economico per quelle attività che incassano oltre la somma sopraindicata.
Nel presente articolo scopriamo alcune interessanti proposte per sostituire i terminali del marchio appena citato.
Quali sono i costi da esaminare?
Gli utenti SumUp sono abituati ad un piano tariffario semplice e trasparente, mentre potrebbero trovare condizioni molto diverse rivolgendosi ad altri gestori di pagamenti elettronici.
Quali sono i costi da controllare e valutare in base alle proprie esigenze?
- Canone fisso – Il canone è generalmente di importo fisso e viene addebitato ogni mese, ma talvolta può essere applicato con una diversa periodicità. È una voce di spesa quasi sempre presente nei prodotti servizi offerti da banche e altre grandi istituti finanziari. Quasi sempre va a sommarsi alle commissioni sulle transazioni, dunque incide in maniera significativa sulla spesa complessiva mensile.
- Commissioni sulle transazioni – Se SumUp propone un’unica commissione sui pagamenti in presenza, molto diffuso è lo schema della tariffa variabile. La commissione sul transato può infatti variare a seconda del tipo di carta utilizzata dal cliente (circuito, paese e valuta di emissione, carta commerciale o personale).
- Spese una tantum – Oltre all’imposta di bollo prevista per legge, alcuni fornitori applicano spese una tantum nella fase iniziale: per l’attivazione o l’installazione del terminale, per l’acquisto del dispositivo e così via. Rischiano di far lievitare la spesa complessiva annua, ma saranno ammortizzarti nel tempo. Tali voci di spesa sono talvolta giustificate (acquisto di un POS senza canone, installazione di terminali tradizionali fissi), altre volte paiono pretesti per aumentare i costi del servizio.
A seconda del gestore scelto potrebbero essere applicate una o più voci di spesa tra quelle sopraelencate. La banca, ad esempio, applica generalmente canone + commissioni + spese una tantum. Fortunatamente, per le piccole realtà esistono alternative non solo a SumUp, ma anche alle banche.
Le alternative per piccoli negozi, professionisti e artigiani
Il mercato dei POS è in continua evoluzione, ma al momento le proposte più appetibili per le attività con un transato elettronico modesto sono quelle di Axerve.
Axerve propone, per professionisti e piccole imprese, due diversi piani tariffari:
- A commissioni (senza canone)
- A canone (senza commissioni)
Axerve a commissioni è un’offerta molto apprezzata perché senza costi fissi periodici e, in aggiunta, con una commissione molto conveniente sulle transazioni.
La commissione è pari all’1 % dell’importo ricevuto con carte Bancomat, Visa, Mastercard, VPay e Maestro. L’esercente può abilitare anche American Express, tuttavia le tariffe sono stabilite dal circuito e non da Axerve.
Fatta eccezione per la spesa iniziale (acquisto del terminale e imposta di bollo), l’utente dovrà sostenere solo la commissione sopraindicata, e nulla più. Il prezzo del POS è di 100 €, mentre l’imposta di bollo è pari a 16 €. In caso di disdetta il dispositivo rimane all’utente, che potrà eventualmente utilizzare per un altro gestore.
Per registrarsi e sottoscrivere l’offerta si può visitare il sito Axerve.
Axerve fornisce il POS Android PAX A910.
Axerve a canone è l’esatto opposto dell’offerta precedente, cioè con canone mensile ma senza commissioni sul transato La quota mensile è di 17 o 22 €: la prima viene applicata se il transato annuo non supera i 10.000 euro, la seconda al superamento dei 10.000 euro.
Una nota fondamentale. Non vengono applicate commissioni se il transato elettronico non supera i 30.000 euro annui; sulle transazioni eccedenti si applica la commissione dell’1% (ripetiamo, solo sulla parte eccedente i 30.000 e non sull’intero transato).
Diversamente dall’offerta A commissioni, il terminale non deve essere acquistato. Il POS Android viene fornito in comodato d’uso, incluso nel canone mensile, tuttavia dovrà essere restituito in caso di disdetta. Se ti interessa l’offerta, visita il sito di Axerve a canone.
Previsioni spesa mensile in base al transato: SumUp vs Axerve
La caratteristica di Axerve e SumUp è la trasparenza. La semplicità del loro modello tariffario permette infatti di fare una stima dei costi in funzione dei pagamenti ricevuti con carta.
Nella seguente tabella proponiamo il calcolo delle spese mensili in base ad alcune soglie di transato, così da offrire un confronto più chiaro in termini puramente tariffari:
Transato | SumUp | Axerve a commissioni |
Axerve a canone |
---|---|---|---|
0 € | 0 € | 0 € | 17 € |
500 € | 9,50 € | 5 € | 17 € |
1.000 € | 19,50 € | 10 € | 22 € |
1.500 € | 29,25 € | 15 € | 22 € |
2.000 € | 39 € | 20 € | 22 € |
2.500 € | 48,75 € | 25 € | 22 € |
Transato | SumUp | Axerve a commissioni |
Axerve a canone |
---|---|---|---|
0 € | 0 € | 0 € | 17 € |
500 € | 9,50 € | 5 € | 17 € |
1.000 € | 19,50 € | 10 € | 22 € |
1.500 € | 29,25 € | 15 € | 22 € |
2.000 € | 39 € | 20 € | 22 € |
2.500 € | 48,75 € | 25 € | 22 € |
Nella tabella si può osservare quanto si spende a seconda del volume di pagamenti ricevuti attraverso il terminale. Si può notare subito che, in effetti, SumUp non è così economico con la sua commissione dell’1,95 %, anche se rimane un modo facile e veloce per iniziare a ricevere pagamenti con carta (registrazione e acquisto sono rapidi) – oppure come secondo POS per i circuiti American Express, UnionPay, Diners e JCB, o ancora da dedicare alle consegne a domicilio.
Per quanto riguarda le offerte Axerve, la convenienza dipende dal transato. A partire da 0 € e fino a 2.000 € mensili è più economico il piano A commissioni (senza canone mensile); mentre al di sopra di questa soglia conviene di più la versione A canone, la cui economicità si conserva anche al superamento di 30.000 euro annui di transato.
Nel caso in cui gli incassi tramite carta siano poco frequenti o particolarmente variabili a seconda del periodo, meglio optare per il piano A commissioni in modo da non avere l’impegno del canone mensile.
Leggi di più nel nostro Confronto SumUp vs Axerve
Un’alternativa piuttosto recente è fornita da Revolut. Gli utenti titolari di un conto Revolut Business possono acquistare il lettore di carte per smartphone e incassare alla tariffa di 0,8 % + 0,02 €.
Revolut Reader è un POS da collegare al telefono (senza il quale non potrebbe funzionare) e si acquista al prezzo di 49 €. Non è previsto canone mensile.
Il Reader di Revolut richiede il collegamento a un telefono per ricevere pagamenti.
Precisiamo che il conto Revolut Business – obbligatorio per usufruire del terminale – offre anche un piano gratuito, dunque l’esercente può avvalersi di un servizio senza costi fissi.
Un inconveniente è dato dalla verifica di apertura del conto. La procedura di registrazione online è abbastanza rapida, tuttavia in un secondo momento potrebbe essere richiesta ulteriore documentazione al fine di provare la legittimità dell’impresa. Revolut è molto rigida nei controlli anti-riciclaggio e ciò può causare qualche ritardo.
Nel corso della registrazione si dovrà inoltre comunicare un indirizzo web che certifichi la presenza online dell’attività (sito web, pagina social o altro).
Maggiori dettagli nella Recensione Revolut Reader